In marcia per il clima: in ventimila a Roma per chiedere di cambiare l'accordo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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In marcia per il clima: in ventimila a Roma per chiedere di cambiare l’accordo

Nessun accordo al ribasso, quello attuale è un «punto di non ritorno» nella battaglia al riscaldamento globale. È con questo messaggio che oggi il mondo è sceso in piazza con la marcia per il clima in occasione della Conferenza di Parigi ‘Cop21’. E Roma, con un corteo di 20mila persone, non è mancata all’appello. Lontano dagli scontri e dalle tensioni che hanno segnato oggi le manifestazioni nella capitale francese, quella romana è stata una marcia pacifica e multicolore, partita da Campo dè Fiori e terminata con un lungo concerto ai Fori Imperiali. E con alla testa la presidente della Camera Laura Boldrini e l’ambasciatrice di Francia Catherine Colonna. La richiesta di segnare una vera svolta alla Co21 è stata, per tutto il weekend, al centro dei 2300 cortei organizzati in tutto il mondo. Da Londra a Berlino, dall’India all’Australia fino all’Africa la cosiddetta ‘Climate March’ ha coinvolto, secondo l’ong Avaaz, 570mila persone (ma potrebbero salire a oltre 600mila con i cortei in Messico e Canada nelle prossime ore) scese in piazza con cortei sempre vivaci: a Monaco, ad esempio, un gruppo di persone si è vestita di bianco e formato un ideale ghiacciaio che si sta sciogliendo. Quella di oggi è «un’esortazione ai governi a non fare a Parigi un accordo a ribasso», ha rimarcato a Roma Boldrini sottolineando come il summit di Parigi «può garantire la pace e la convivenza tra i popoli» e chiamando allo stesso tempo tutti i cittadini ad «un impegno civico per fare ognuno la propria parte». Tutti, è stato il suo monito, siamo chiamati «ad accettare la cultura del limite, e questo per il rispetto della nostra Terra». Parole, quelle di Boldrini, idealmente condivise dall’intero corteo che ha visto in prima fila anche il segretario Uil Carmelo Barbagallo, il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci e la delegazione di Sinistra Italiana (Fassina e De Petris, tra gli altri). Tante le sigle partecipanti, da Legambiente al Wwf, da Greenpeace a Amnesty, inclusa una delegazione tibetana scesa in piazza per dire «stop alle mega dighe» nella regione himalayana. «Cop21, un vero accordo per cambiare» era invece la scritta che campeggiava sul grande striscione alla testa di un corteo segnato da centinaia di palloncini rossi, gialli e blu e da un grande pallone a rappresentare il Pianeta che a Parigi i leader del mondo sono chiamati a proteggere. Tra gli striscioni anche quelli contro le trivelle oggetto dei 6 quesiti referendari presentati da 10 Regioni per cancellarne l’autorizzazione. «I governi da Berlusconi a Renzi hanno un filo nero che li unisce: lo smontaggio del sistema delle rinnovabili in Italia», è la denuncia del presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza che osserva come, invece, trivelle e piattaforme come Ombrina Mare abbiano «autorizzazioni immediate». Mentre Stefano Fassina sottolinea: sul clima e sulla necessità di abbandonare l’utilizzo dei combustibili fossili «il governo risponde a interessi forti che non hanno la salvaguardia ambientale tra le priorità. Noi andiamo avanti, anche in questa legge di stabilità» con proposte «per finanziare il trasporto su ferro e la mobilità sostenibile».

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