Il presente antico di Passeretti ai Mercati Traianei | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il presente antico di Passeretti ai Mercati Traianei

Una processione di vestali, divinità, sibille, eroi, prigioni che si snoda discreta e che via via sia fa più manifesta attraverso le piccole sale del Museo dei Fori Imperiali ai Mercati Traianei: è la mostra di Umberto Passeretti, allestita da domani al 17 febbraio, in un dialogo silenzioso tra le vestigia classiche e il segno contemporaneo. Esposte circa venti opere del pittore, formatosi negli anni ’60 a Parigi, all’Ecole Superieure des Beaux Arts, e quindi a Roma, lo sguardo rivolto all’arte antica tra virtuosismi tecnici e suggestioni Pop. «Da bambino ho abitato per molti anni a Villa Adriana, la mia famiglia stava proprio sul Canopo, all’epoca neanche me ne rendevo conto, poi quell’eco con il tempo mi è tornata» racconta l’artista romano alla vernice dell’esposizione intitolata ‘Umberto Passeretti. Un presente antichissimò, forte anche di un allestimento puntuale, mai invasivo, che affianca i dipinti, realizzati dal 1985 a oggi, ai modelli della classicità cui si è spesso ispirato. «Passeretti – spiega il curatore Gabriele Simongini – non replica mai un’opera precisa, la sua è una sintesi» di linee, punti di fuga, corpi scultorei che si fanno architetture. Non a caso la serie presentata ai Traianei si chiama ‘Anatomia del panneggiò, uno studio certosino di pieghe marmoree, di arti appena velati, con stesure di colore capaci di infondere dinamicità alle figure tanto da farle apparire in movimento. Per realizzare queste opere, spiega l’artista, «ho attinto a una tecnica ottocentesca secondo cui sopra la tempera si stendeva l’olio». Ma sotto, sulla tela, ci sono i graffiti che delineano un disegno perfetto, preciso, grazie al quale il dipinto si trasforma in un’icona. Ecco che la processione parte da una ‘Mater’, realizzata nelle tonalità del bianco e nero, come tutte le altre allestite al piano terra del Museo. Il colore inizia poco a poco a trasparire, prima solo in un dettaglio, come ne ‘L’orecchino d’orò, che Passeretti ha già esposto nell’area archeologica di Scolacium, per poi prevalere, sempre nelle tonalità auree alternate a violenti magenta o azzurri potenti. E se per i Mercati di Traiano, il maestro ha appositamente ideato la figura di un ‘Prigionè, acefalo e nella stessa postura dei due marmi con lo stesso soggetto, lì custoditi e a cui si affianca, nel piano superiore la figura imponente di ‘Calliopè, di un rosso acceso, è accostata in muto scambio con le colonne monumentali rinvenute ai Fori, mentre il cavallo di ‘Pentesileà guarda dagli archi i bronzi equestri del Vittoriano. Forza del disegno classico e sensibilità Pop, soprattutto in virtù della potenza cromatica, un insieme capace di «trasformare la solenne processione in una sfilata», conclude Simongini a sottolineare l’accordo con la Fondazione Micol Fontana, grazie alla quale gli allievi degli istituti di moda potranno svolgere alcuni laboratori didattici con l’artista.

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