Comunali, Marchini: "Non sono in partita? Renzi come un giudice di X-factor" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Comunali, Marchini: “Non sono in partita? Renzi come un giudice di X-factor”

«Renzi dice che non sono in partita? Una battuta degna di un giudice di X Factor imitato a Crozza». Così Alfio Marchini a #Corrierelive. L’imprenditore parla di Roma e della sua candidatura: «gli estremismi ideologici non possono generare quei cambiamenti che ci aspettiamo, c’è bisogno di un estremismo del buon senso, di cose concrete, delle buche da coprire, degli autobus che arrivino in tempo». Ma secondo Marchini oltre alla politica è necessario anche il civismo. «Noi siamo un movimento civico, la politica dovrebbe contenere il civismo -aggiunge Marchini- sottolineando di non temere l’assenza di un partito alle spalle: »era mai credibile che il Pd del 40% avrebbe cacciato Marino? ma è successo«. Sulla questione alleanze Marchini glissa: »Ho grandissimo rispetto per i partiti, per quanto reputo che abbiano fallito in questi anni a Roma: ma io presenterò insieme a una squadra straordinaria un’idea programmatica di Roma, è qualcosa di diverso, stiamo presentando un piano quinquennale di Roma. Le prime dieci delibere sono già scritte, per cui dopo Natale andranno su internet, verranno pubblicate e i cittadini potranno intervenire«.«I problemi di Roma?: Sicurezza, lavoro, i trasporti, le strade lasciate a colabrodo, la semplificazione e i rifiuti. Poi c’è il decoro: ci sono ancora 500 persone che lavorano nell’Ufficio decoro, di cui 300 giardinieri, che potrebbero essere messi in strada con una pettorina e occuparsi degli spazi dei municipi». Così Alfio Marchini a #Corrierelive. «Abbiamo la possibilità di potenziare in tempi molto brevi la copertura tranviaria. Una linea che va sul lungotevere, ad esempio -spiega- L’8 che possa arrivare fino al Colosseo. Un’altra linea che passa da Caracalla e torni indietro. Sono cose che hai tempo di fare in cinque anni. La metro C è importante come opera, va razionalizzata, ma non dimentichiamoci che non siamo Parigi nè Londra. Quindi prima diamo ossigeno al traffico, liberiamo le risorse, poi ci ragioniamo sulla metro C». «L’Atac ha un problema strutturale, non ha una contabilità industriale, fatta per fare utile sugli investimenti, ma è destrutturata, va reimpostata in maniera intelligente -aggiunge- Prima devo renderla efficiente, poi devo pensare se c’è troppo personale. C’è gente che non paga? Facciamo i tornelli. Gli autobus? Il 70% ha nove anni di vita, il 70% dei costi di manutenzione è dovuto al fatto che sono mezzi vecchi, devi fare investimenti seri e puntuali. Una volta che hai rimesso in moto l’azienda, e eliminate le ruberie, si può pensare a una razionalizzazione. Se fa una newco e trasporta le problematiche di quella vecchia, non si cambia niente».

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