Più libri, Manzini: "Ho paura dei monopoli" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Più libri, Manzini: “Ho paura dei monopoli”

– Pensa se tutti i principali editori fossero raggruppati sotto un unico marchio. È partito da qui, da un dialogo su questa paura, sulla nascita di Mondazzoli, il desiderio di Antonio Manzini, il creatore del vicequestore Rocco Schiavone, di scrivere il romanzo breve o racconto lungo ‘Sull’orlo del precipiziò (Sellerio) con cui è alla fiera della piccola e media editoria ‘Più libri, più liberì. «Nasce dalla paura che ho dei monopoli, di quelli di ogni tipo, editoriali, cinematografici, alimentari, farmaceutici. Non poter scegliere è la morte della libertà a qualsiasi livello, da quello che mangi a quello che respiri» dice all’ANSA Manzini. In uno scenario più esasperato, ma non così lontano da quello che sta accadendo e potrebbe accadere con le concentrazioni editoriali, Manzini immagina nelle 115 pagine del libro che Pietro Volpe, uno dei più grandi scrittori italiani, stia per pubblicare il suo nuovo romanzo ma tutti i grandi editori sono raggruppati sotto un unico marchio, il Gruppo Sigma. «La Sigma si compra le tre più grosse case editrici ma ha un controllo totale sull’editoria e i piccoli editori hanno il terrore di questo gruppo. È tipo la Spectre, hanno spie, agenti. Volpe si trova ad affrontare un incubo ad occhi aperti» dice Manzini. Dopo due anni, sei mesi e tredici giorni, le notti insonni, la fatica, 862 pacchetti di sigarette e 30 rate di mutuo, Volpe aveva finito, il 2 ottobre 2015, di scrivere il suo ultimo romanzo e si interrogava sul suo stato d’animo. «In questo Paese abbiamo avuto per vent’anni – dice Manzini – l’esperienza di essere monopolizzati ed è stato drammatico. Se ci sono due case farmaceutiche o alimentari in tutto il mondo tu ti curi o mangi come decidono loro. E, in parte, è già così purtroppo». Manzini è anche convinto che nell’operazione Mondazzoli «i motivi dell’acquisizione non siano quelli che dicono loro. Sono altri» sottolinea pensando all’estero. «Un gruppo che detiene oltre il 50% del mercato fa più gola. Finire in mano a un gruppo editoriale straniero non sarebbe bello. Non voglio che succeda questa cosa». Certo, «in Italia – continua – ci sono altri gruppi editoriali forti come Gems, Feltrinelli, ma il mercato è malato». E a Giorgio Volpe succede proprio di doversi confrontare con personaggi stranieri in un labirinto senza fine di sorprese poco confortanti. «L’editoria in Italia è nata sempre per gruppi di autori che si sono riuniti, per necessità culturali forti, non come una società che ristruttura appartamenti. Molta editoria straniera, anche firmata da nomi famosi, a me sa di polistirolo, di nulla. Sono storie in cui potresti mettere un altro nome sulla copertina e non cambierebbe nulla» continua lo scrittore che legge sempre la vita con un’inconfondibile ironia. «Lo facevo anche da piccolo, aiuta molto. Con l’ironia salvi il mondo» racconta e aggiunge che ora sta lavorando alla sceneggiatura dei libri con Rocco Schiavone «che diventerà una serie tv per la Rai. Sto scrivendo con Maurizio Careddu e siamo quasi in fase finale. Alla regia dovrebbe esserci Michele Soavi e stiamo cercando gli attori».

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