Massacrò di botte la fidanzata, petizione per legge a tutela delle vittime | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Massacrò di botte la fidanzata, petizione per legge a tutela delle vittime

Dopo la sentenza con la quale il 4 novembre scorso la Corte d’appello di Roma ha condannato a 16 anni di reclusione Maurizio Falcioni, l’uomo accusato di aver massacrato di botte la fidanzata Chiara Insidioso Monda, è stata lanciata una petizione via web e si prepara una proposta di legge per l’istituzione di un fondo di garanzia per le vittime di violenza. A darne notizia è Maurizio Insidioso, papà di Chiara, e il suo legale, l’avvocato Massimiliano Santaiti. La vicenda di Chiara riapre la questione del risarcimento del danno subito da vittime di reati violenti. La ragazza in Italia è l’unica vittima di violenza che, seppur scampata alla morte, dopo quasi un anno di coma versa ancora in uno stato di minima coscienza, del tutto dipendente dagli altri, bisognosa di continue cure ed assistenza. «Qualcuno – dice Maurizio, il papà – ha parlato di ‘omicidio con respirò solo perchè mia figlia non è morta, nel senso che ancora respira. Ma lo fa grazie a una macchina e si alimenta grazie a un sondino impiantato nello stomaco. Mi chiedo e chiedo a tutti: può considerarsi viva una persona che versa in queste condizioni?». A livello giudiziario – ed è questo il motivo della petizione e della proposta di legge – «abbiamo un carnefice condannato a 16 anni di carcere e a risarcire i danni da quantificarsi in sede civile – ha detto l’avvocato Santaiti – Ma qualora fossero quantificati, l’autore di quel reato non potrà mai pagare i danni». Quali possibilità quindi hanno le vittime di ottenere soddisfazione in sede civile? «Non c’è dubbio che in Italia serva una legge – ha aggiunto l’avvocato – che istituisca un fondo di assistenza nel caso in cui l’autore del reato sia incapiente. Solo l’Italia, tra gli Stati membri della Comunità europea, non ha recepito la direttiva comunitaria che prevede, tra l’altro, l’obbligo di dotarsi di un sistema d’indennizzo per le vittime di reati violenti analogo a quelli già esistenti per le vittime di usura, terrorismo e mafia. In Italia si è recepito solo la parte relativa ai reati transfrontalieri: se una cittadina europea subisce violenza nel nostro Paese e l’autore del reato è incapiente o sconosciuto, riceverà un indennizzo; lo stesso però non vale per una cittadina italiana». Ecco perchè i familiari di Chiara, insieme col loro legale, lanciano una proposta di legge da intitolare a ‘Chiarà. «Tutte le vittime di violenza e i loro familiari apprezzerebbero non poco colui che, politico, riuscisse a portare il Parlamento e fare approvare questo provvedimento».

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