Mobilità, dopo l'ultimatum revocato lo sciopero addetti metro. Gabrielli era pronto a precettare | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mobilità, dopo l’ultimatum revocato lo sciopero addetti metro. Gabrielli era pronto a precettare

Una questione ancora non risolta, quella del commissario ai Trasporti, un incarico per cui nei mesi scorsi era stato fatto il nome di Marco Rettighieri, direttore di Expo 2015 e già manager delle ferrovie

La grana trasporti è arrivata puntuale a Roma, all’indomani dell’inizio del Giubileo: gli addetti alla manutenzione delle metropolitane hanno indetto uno sciopero contro una «procedura di licenziamento collettivo aperta» dalla loro società. La mobilitazione, proclamata per sette giorni, ha subito generato grande attenzione nella Capitale – con gli interventi del Garante degli scioperi e del Prefetto – perchè avrebbe potuto mettere a rischio il servizio proprio nella prima settimana dell’Anno Santo. Poi fortunatamente il ‘casò si è risolto ‘pacificamentè, con una convocazione di un tavolo in prefettura per affrontare la vertenza e la revoca dello sciopero dopo circa 24 ore. È una mobilitazione «illegittima e va revocata – aveva tuonato in giornata il Garante degli scioperi -, pena la valutazione delle sanzioni». L’astensione dal lavoro indetta dalla Fiom, secondo il Garante, aveva diversi profili di illegittimità: non sono stati rispettati «la franchigia giubilare», i termini di preavviso e «l’intervallo minimo tra scioperi nello stesso bacino», riferendosi a quello del 4 dicembre scorso che ha messo in ginocchio metro e trasporti nella Capitale. A pochi giorni dall’annuncio della linea dura del governo contro gli scioperi durante il Giubileo nella Capitale, nel pomeriggio era arrivato anche l’ultimatum del prefetto di Roma Franco Gabrielli: «Lo sciopero è illegittimo. Se domani non si darà corso positivo alla richiesta di revoca del Garante, precetteremo». La soluzione è stata annunciata da Susanna Felicetti, della Fiom, in serata: «Lo sciopero degli addetti alla manutenzione della metro di Roma è revocato dalle 22 di stasera a fronte del fatto che la Prefettura di Roma ci ha accordato un incontro per venerdì mattina». Alla base dell’agitazione, come spiegato dal sindacato, c’è la «procedura di licenziamento collettivo» aperta dalla società Caf Italia a fronte della decisione dell’Atac di internalizzare il servizio. «Il percorso di internalizzazione – la replica dell’Atac – oltre a generare a regime risparmi per circa 5 milioni di euro annui, consente all’azienda di provvedere alla necessità manutentive in proprio e in un percorso di valorizzazione delle maestranze interne». In mattinata, Gabrielli aveva chiesto il commissariamento del trasporto pubblico capitolino: «Mi sono già fatto portatore, presso il Governo, del tema dei trasporti e della mobilità, che penso a Roma sia l’emergenza delle emergenze. Ho avanzato l’ipotesi della nomina di un commissario con poteri forti e risorse adeguate». «Mi fa piacere che il prefetto Gabrielli la pensi come me – il commento dell’ex assessore alla mobilità capitolina Stefano Esposito -. Sono tre mesi che lo dico, purtroppo inascoltato». Una questione ancora non risolta, quella del commissario ai Trasporti, un incarico per cui nei mesi scorsi era stato fatto il nome di Marco Rettighieri, direttore di Expo 2015 e già manager delle ferrovie. Ma per oggi sarebbe stata pronta a scattare la precettazione. È una mobilitazione «illegittima e va revocata – ha tuonato il Garante degli scioperi – pena la valutazione delle sanzioni». L’astensione dal lavoro indetta dalla Fiom, secondo il Garante, ha diversi profili di illegittimità: non sono stati rispettati «la franchigia giubilare», i termini di preavviso e «l’intervallo minimo tra scioperi nello stesso bacino», riferendosi a quello del 4 dicembre scorso che ha messo in ginocchio metro e trasporti nella Capitale. A pochi giorni dall’annuncio della linea dura del governo contro gli scioperi durante il Giubileo nella Capitale, nel pomeriggio è arrivato l’ultimatum del prefetto di Roma Franco Gabrielli: «Lo sciopero è illegittimo. Se domani non si darà corso positivo alla richiesta di revoca del Garante, precetteremo». La Fiom, da parte sua, per ora non revoca lo sciopero. Lo farà «appena verrà aperto il tavolo di confronto con il Comune di Roma, Atac e l’azienda Caf sul futuro dei lavoratori». In mattinata, il prefetto aveva chiesto il commissariamento del trasporto pubblico capitolino: «Mi sono già fatto portatore, presso il Governo, del tema dei trasporti e della mobilità, che penso a Roma sia l’emergenza delle emergenze. Ho avanzato l’ipotesi della nomina di un commissario con poteri forti e risorse adeguate». «Mi fa piacere che il prefetto Gabrielli la pensi come me – il commento dell’ex assessore alla mobilità capitolina Stefano Esposito -. Sono tre mesi che lo dico, purtroppo inascoltato». Alla base della mobilitazione la «procedura di licenziamento collettivo» aperta dalla società a fronte della decisione dell’Atac di internalizzare il servizio. «Una decisione drammatica – ha spiegato il sindacato – che metterà a rischio la tenuta della metropolitana di Roma proprio in un momento particolarmente delicato stante l’apertura del Giubileo». Atac, da parte sua, ha subito precisato che «adotterà tutte le iniziative utili a limitare i disagi che potrebbero derivare da questa agitazione» oltre che «le misure necessarie per garantirsi in ogni modo è in tutte le sedi. Il percorso di internalizzazione – ha sottolineato – oltre a generare a regime risparmi per circa 5 milioni di euro annui, consente all’azienda di provvedere alla necessità manutentive in proprio e in un percorso di valorizzazione delle maestranze interne». Ma la polemica è già servita: «Lo sciopero annunciato dalla Fiom per i lavoratori Caf è un’altra macchia indelebile sull’immagine della Capitale», la critica del Movimento 5 Stelle. Mentre Giacomo Portas, eletto alla Camera nel Pd, ha puntato il dito contro la mobilitazione: «È da irresponsabili fare una serrata, in periodo di Giubileo, rischia solo di portare un danno all’immagine dell’Italia nel mondo». Il presidente del Codacons Carlo Rienzi, preannunciando anche denunce penali, ha sottolineato che un’azione del genere «finirebbe per paralizzare totalmente la capitale, e anzichè spostare l’attenzione sulle legittime richieste dei lavoratori, creerebbe un danno all’intera categoria, cancellando di netto le loro rivendicazioni e provocando la rabbia degli utenti».

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