Crisi, Cgil: "Stop alle favole, nel Lazio 2milioni di nuovi poveri" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Crisi, Cgil: “Stop alle favole, nel Lazio 2milioni di nuovi poveri”

– Uscita dalla crisi? Occupazione in aumento? «Favole» secondo uno studio elaborato dalla Cgil di Roma e del Lazio, aggiornato a dicembre. Secondo l’indagine divulgata oggi, nel Lazio tra disoccupati, precari e pensionati che percepiscono meno di mille euro al mese, cassintegrati, giovani che non studiano e non lavorano si arriva a quasi 2 milioni di «nuovi poveri». – Lo stato della regione sul piano del lavoro fotografato dal sindacato «non lascia alcuno spazio a slanci ottimistici»: 330 mila i disoccupati; 450 mila coloro che lavorano ma con contratti precari e con una retribuzione che non supera i mille euro; 50 mila cassintegrati circa la metà dei quali, alla fine dell’anno, perderà il proprio posto di lavoro; 800 mila i pensionati che vivono con meno di mille euro al mese; 210 mila i giovani che non studiano e non lavorano, «se si eccettuano i 18 mila tirocinanti della Garanzia Giovani i cui fondi (54 milioni) sono stati di fatto regalati alle imprese dal momento che non si sono avuti risvolti occupazionali apprezzabili. Basta fare una semplice somma – spiegano dalla Cgil del Lazio – e il risultato che si ottiene è raggelante: 1 milione 800 mila. Raggelante perchè questa cifra parla di persone, dei nuovi poveri, e restituisce la fotografia di una regione immersa più che mai nella crisi e in un disagio economico e sociale sempre crescente». «La situazione è drammatica – il commento del segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Claudio Di Berardino – e non permette ulteriori temporeggiamenti. Lo ripeteremo fino allo stremo: occorre sviluppare le politiche attive del lavoro, ridistribuire il reddito attraverso i patti anti-evasione e il principio di progressività ed equità fiscale nella tassazione locale, rendere operativo il patto per lo sviluppo e l’occupazione, varare un piano regolatore sociale per superare le grandi disuguaglianze e garantire adeguate protezioni sociali e sanitarie».

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