Ai musei Vaticani la mostra su Salvatore Fiume | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ai musei Vaticani la mostra su Salvatore Fiume

– I Musei Vaticani celebrano il centenario della nascita di Salvatore Fiume con una mostra allestita da oggi al 12 marzo all’interno del percorso espositivo museale. Selezionate circa dieci opere, scelte tra le 36 custodite nella Collezione di Arte contemporanea dei Vaticani, in grado di rappresentare la poetica dell’artista siciliano tra la rielaborazione dell’iconografia classica e le suggestioni fiabesche, con i temi sacri che si affiancano ad alcuni soggetti profani, in una ricerca costante di nuovi materiali e tecniche espressive. Con il titolo ‘La memoria del sacro. Salvatore Fiume in Vaticanò, la mostra, presentata oggi alla stampa, rientra nelle numerose iniziative promosse dalla Fondazione Fiume in occasione delle celebrazioni che si concludono appunto con questa rassegna, praticamente contemporanea dell’altra apertasi la scorsa settimana al Serrone della Reggia di Monza, nonchè con la pubblicazione del volume ‘Salvatore Fiume. I giochi della memorià, di Elisabetta Masala e pubblicato dalle Edizioni Musei Vaticani, con cui si inaugura la nuova Collana ‘Sfogliando il Novecentò (dedicata alle Opere della Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani). «La realizzazione del libro, che è una tesi di specializzazione in Storia dell’Arte all’Università La Sapienza di Roma, era già in preparazione quando la Fondazione Fiume ci ha proposto un’iniziativa espositiva e quindi abbiamo subito accettato», spiega la direttrice della Collezione d’Arte contemporanea dei Musei Vaticani Micol Forti che ha curato la mostra in collaborazione con Francesca Boschetti. I Vaticani, prosegue la studiosa, possiedono infatti un ricco nucleo di opere dell’artista e questa rassegna presenta i tratti essenziali della sua produzione fin dagli anni ’50 , per dare rilievo all’originalità con cui Fiume affrontò le iconografie sacre, grazie alla sua grande capacità di rivisitare la tradizione con sguardo moderno. Allestita in tre sale dedicate, la mostra è prevalentemente costituita da dipinti di soggetto religioso, tra cui figurano ‘Il trionfo della Chiesà, bozzetto del mosaico per la Basilica di Nazareth del 1967, la grande ‘Pesca miracolosà del 1977 e la ‘Predicazione di San Paolò, donata dall’artista a Paolo VI per il suo ottantesimo compleanno. Opere in cui, sottolinea la Forti, Salvatore Fiume si era ispirato all’arte italiana del XV e XVI, guardando a capolavori quali la Flagellazione di Piero della Francesca, la Sacra conversazione del Bellini o la Scuola d’Atene di Raffaello. Il tutto però trasposto in quel mondo fiabesco, che è cifra originale dell’artista. Di rilievo anche la presenza del trittico dell’Isola di Statue del 1950, che entusiasmò Gio Ponti alla Biennale di Venezia di quell’anno e che è la seconda versione, ricorda la curatrice, dell’opera acquistata dal Moma di New York nel 1949. Sempre di soggetto profano, infine, il dipinto ‘Nigra sum sed formosà del 1974, detta anche la Gioconda africana, in quanto ispirata al capolavoro di Leonardo proprio per infondere nel ritratto la fierezza della giovinetta africana.

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