Etruria, sit-in a Civitavecchia: "Vergogna" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Etruria, sit-in di protesta davanti la sede di Civitavecchia: “Vergogna”

Hanno i volti segnati dalla stanchezza di notti insonni e giorni passati da uno studio legale all’altro con la speranza di riavere i risparmi andati in fumo con il fallimento della loro banca. Urlano «vergogna», raccontano le loro storie a microfoni e telecamere. Sono i risparmiatori della Banca Etruria che questa mattina si sono dati appuntamento davanti alla sede della filiale di Civitavecchia, la città di Luigino D’Angelo, il pensionato che un mese fa ha deciso di farla finita dopo aver saputo di aver perso gli oltre centomila euro investiti in azioni e obbligazioni subordinate. Un suicidio che ha portato la Procura ad aprire un fascicolo, al momento senza indagati, non solo per istigazione al suicidio ma anche per truffa. Una protesta che fa il paio con quella di due giorni fa ad Arezzo. A guidare il sit-in è stato il Codacons che in poco più di un mese, a Civitavecchia, ha dato la propria assistenza legale già a sessanta persone. «Il bail-in è incostituzionale – ripetono più volte i vertici dell’associazione dei consumatori, il presidente Carlo Rienzi e la responsabile di Civitavecchia Sabrina De Paolis -. Oggi parte un’azione radicale da parte nostra, faremo ricorso al Tar del Lazio contro i decreti di Bankitalia che hanno disposto l’attuazione della legge. Se il Tar ritiene i decreti incostituzionali dovrebbe inviare la legge alla Corte costituzionale. Se la Corte annulla la legge, come già avvenuto in Austria, allora i risparmiatori potrebbero riavere i propri soldi. È un percorso lungo, difficile e con esito incerto». In piazza decine di risparmiatori, ognuno con la sua storia. Ma il minimo comun denominatore di tutti i racconti che si rincorrono davanti la sede della banca, lungo il corso che porta al mare, è la parola «fiducia». «Con gli impiegati eravamo anche diventati amici ed ora ci ritroviamo in mano carta straccia», si sfoga Tiziana, una dei tanti clienti rimasti che si è vista prosciugare il conto senza preavvisi o allarmi lanciati dalla banca. «Avevo 50mila euro e ora nulla – le fa eco un altro risparmiatore -. Avevo sentito in tv del fallimento delle banche così ho chiesto informazioni ma il direttore non si è fatto trovare per tre giorni. Questi soldi ahimè non li rivedremo più – l’amara ammissione – ma proviamo in tutti i modi a seguire i percorsi previsti dalla legge». Per il momento un primo risultato i risparmiatori l’hanno ottenuto, grazie anche al Codacons che ha incontrato i dirigenti della Banca Etruria. L’istituto oggi ha cominciato a fornire loro tutta la documentazione su conti, azioni e obbligazioni. Appena due giorni fa un sit-in simile è andato in scena ad Arezzo, davanti alla sede centrale della Banca Etruria. In quel caso, però, gli animi esasperati sono sfociati in una protesta più animata al grido di «ladri, ladri» e con il lancio di qualche uovo contro la sede della banca. Durante la manifestazione non sono mancati momenti di tensione soprattutto quando qualcuno ha preso a pungi la porta a vetri d’ingresso nel tentativo di entrare.

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