Campidoglio, il premier Renzi incorona Giachetti: "Conosce la città". Gelo Pd e no di Sel | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, il premier Renzi incorona Giachetti: “Conosce la città”. Gelo Pd e no di Sel

L'ex radicale dovrà fare i conti con i malumori di una parte del partito romano che già ritiene la sua solo «un'investitura dall'alto». A sancire il candidato ufficiale saranno in ogni caso le primarie

– «Conosce Roma come pochi altri, ha fatto il capo di gabinetto» ed «è un romano romanista». Matteo Renzi non poteva essere più chiaro di così nel caldeggiare la candidatura a sindaco della Capitale di Roberto Giachetti. Che i renziani romani puntassero fortemente su questo nome per la prima carica del Campidoglio non è una novità, ma ora le parole del premier imprimono un’accelerazione alla partita. E la prossima settimana si annuncia come decisiva: Giachetti potrebbe sciogliere le riserve e scendere in campo. Anche se è probabile che dovrà fare i conti con i malumori di una parte del Pd romano che già ritiene la sua solo «un’investitura dall’alto». A sancire il candidato ufficiale saranno in ogni caso le primarie che dovrebbero tenersi nel mese di marzo. Ancora incerto chi vi parteciperà, se solo esponenti dem o anche di altri partiti. Nel panorama Pd, rumors indicano i nomi di Roberto Morassut, Marco Causi, Paolo Masini, tutti ex assessori comunali. Dei Verdi potrebbe scendere in campo il portavoce Gianfranco Mascia. Mentre la ricandidatura di Ignazio Marino, dentro le primarie o con una sua lista civica, resta ancora un’incognita. Sinistra Italiana ha ufficialmente puntato su Stefano Fassina che non intende partecipare alle «primarie del Pd». Ma la fibrillazione all’interno della neonata formazione è forte, tra chi dentro Sel vorrebbe primarie di coalizione e chi no, e gli scenari potrebbero cambiare. Riccardo Magi, segretario di Radicali Italiani, è un altro papabile per la corsa a sindaco: già consigliere comunale di Roma si è appena impegnato nella promozione di un referendum per decidere sulla corsa olimpica. Anche Giachetti ha un passato da radicale, a Roma è stato capo di gabinetto di Rutelli fino al 2001. È tra i fondatori della Margherita e ha poi contribuito alla nascita del Pd, facendo dei diritti umani e civili il suo cavallo di battaglia. Ora, in Parlamento, è vicepresidente della Camera. Se decidesse di candidarsi, il nodo da sciogliere è chi nel Pd sarebbe pronto a sfidare alle primarie un ‘benedettò da Renzi. E ancora: in un partito così frammentato, quanti lo sosterrebbero fino in fondo? I veleni sono dietro l’angolo e tra i dem romani si registra già qualche mal di pancia per «l’investitura dall’alto». Gli scenari, in ogni caso, inizieranno a chiarirsi a breve, con una fitta serie di appuntamenti politici: sabato un’iniziativa di cinque donne dem per «ricucire» il partito; il 22 la direzione del PD a cui Giachetti potrebbe arrivare già da candidato; il 23 gennaio l’incontro dei municipi al teatro Brancaccio per chiedere al centrosinistra di presentarsi compatto al voto. Le macerie lasciate dalla traumatica fine dell’amministrazione Marino, infatti, pesano ancora e timori di una disfatta, contro il Movimento Cinque Stelle, le destre o Alfio Marchini, non sono affatto isolati.

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