Mafia Ostia, il procuratore chiede 200 anni di carcere per membri dei clan Fasciani e Triassi | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Mafia Ostia, il procuratore chiede 200 anni di carcere per membri dei clan Fasciani e Triassi

Sono accusati di aver dominato in modo capillare e con modalità mafiose le attività illecite a Ostia, quartiere del litorale romano

Quindici condanne per più di 200 anni di carcere sono state chieste dal Pg Giancarlo Amato nel processo d’appello che vede alla sbarra diciotto persone, tra cui componenti delle famiglie Fasciani e Triassi, accusate di aver dominato in modo capillare e con modalità mafiose le attività illecite a Ostia, quartiere del litorale romano. La pena più alta, 27 anni e 9 mesi di reclusione per associazione mafiosa, è stata chiesta per il «patriarca» Carmine Fasciani; quindici anni ciascuno sono stati chiesti per Vito e Vincenzo Triassi, in primo grado entrambi assolti, sotto processo per associazione mafiosa, accusati di aver fatto parte di ‘Cosa Nostrà ricoprendo funzioni direttive nel territorio di Ostia per la cosca Caruana-Cuntrera. Il Pg Amato, oltre che di Carmine Fasciani e di Vito e Vincenzo Triassi, ha chiesto anche la condanna di Terenzio Faaciani (8 anni e mezzo), Sabrina Fasciani (25 anni e 10 mesi), Azzurra Fasciani (11 anni), Alessandro Fasciani (11 anni), Silvia Franca Bartoli (16 anni e 9 mesi), Riccardo Sibio (25 anni e 3 mesi), John Gilberto Colabella (13 anni), Luciano Bitti (12 anni e 9 mesi), Gilberto Inno (5 anni e mezzo, ma era stato assolto in primo grado), Mirko Mazzoni (10 anni), Danilo Anselmi (7 anni) ed Eugenio Ferramo (7 anni). Il rappresentante dell’accusa ha poi chiesto la conferma dell’assoluzione per Nazzareno Fasciani e Fabio Guarino, nonce il non doversi procedure per prescrizione della contestazione nei confronti di Ennio Ciolli. Per molti degli imputati il Pg ha chiesto l’assoluzione per singoli capi d’imputazione. Tre le associazioni di cui si occuperanno i giudici della seconda Corte d’appello romana (a fine mese la sentenza): la prima, di tipo mafioso, contestata ai due Triassi; la seconda, di tipo mafioso, contestata al ‘gruppò Fasciani e finalizzata alla commissione di delitti di usura, estorsione, controllo di attività economiche, concessioni, appalti, intestazione fittizia di beni, e altro; la terza, associazione armata, quella contestata per l’importazione dalla Spagna e la successiva distribuzione e cessione a Roma e Ostia di sostanze stupefacenti. Le indagini alla base dell’accusa partirono nel luglio 2012 (l’anno dopo ci furono 51 arresti), dopo il posizionamento di un ordigno esplosivo presso uno stabilimento balneare di Ostia; di qui le successive investigazioni collegarono una serie di attentati precedenti a un’unica ‘manò; stessa cosa per altri episodi di tentata estorsione. Nelle indagini s’inserirono poi le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia e una serie enorme d’intercettazioni ambientali.

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