Videopoker, per le mafie meglio delle droghe come guadagni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Videopoker e giochi online, per le mafie meglio delle droghe come guadagni

Circa 12mila tavoli da gioco virtuali al giorno, un giro d’affari quotidiano di 11 milioni e mezzo di euro con guadagni netti per i gestori di almeno il 10 per cento. Sono i numeri dell’organizzazione criminale che gestiva, in Italia e all’estero, videolottery e giochi on-line illeciti scoperta e sgominata dallo Scico della Guardia di Finanza e dalla polizia di Stato.

L’operazione, chiamata “The imitation game”, ha portato in tutto a 13 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip di Roma su richiesta del pool di magistrati della Procura coordinato da Michele Prestipino. Undici già eseguite e due, relative a persone che vivono all’estero, ancora da notificare. L’accusa per tutti è di associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata al gioco d’azzardo e, a seconda delle posizioni, intestazione fittizia di beni ed estorsione. In manette sono finiti anche un boss della ‘ndrangheta e un imprenditore del settore, collegato ai clan camorristici.

E’ quest’ultimo il principale indagato: Luigi Tancredi, detto anche il “Re delle slot”, è accusato di associazione a delinquere aggravata dalla matrice mafiosa. Aveva contatti con la camorra e con la ‘ndrangheta attraverso Nicola Femia, boss contiguo alla consorteria dei Mazzaferro di Marina di Gioiosa Ionica e già detenuto a Bologna. Pur non essendo affiliato direttamente a nessun clan, si rivolgeva, secondo l’accusa, a soggetti appartenenti ad organizzazioni di stampo mafioso per poter installare le sue postazioni negli esercizi pubblici. Un meccanismo che permetteva ai gestori di ottenere ingenti guadagni illeciti e all’organizzazione criminale guidata da Tancredi di aumentare i profitti.
Nelle casse del clan casalese dei Zagaria, ad esempio, entravano dai 45 mila ai 60 mila euro mensili. Un nuovo canale di approvvigionamento per le organizzazioni criminali tanto che, in un’intercettazione, un indagato afferma: “Rende più della droga”. Ma a guadagnare, dalla rete di videogiochi parallela a quella legale, erano tutti, compresi i giocatori perché consentiva vincite illimitate e non tassate.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login