Pd, la prima sfida di Giachetti candidato: "Spero che Marino corra alle primarie" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Pd, la prima sfida di Giachetti candidato: “Spero che Marino corra alle primarie da sindaco”

Il vice presidente della Camera, ospite del programma Fuori Onda, dichiara che si dimetterà dai suoi incarichi in Parlamento solo nel momento in cui i romani dovessero decidere farà lui il sindaco di Roma

Roberto Giachetti (Pd), il primo a scendere in campo per le primarie a sindaco di Roma, non teme il confronto con l’ex sindaco Ignazio Marino, anzi lo auspica. «Il tema delle primarie è importante – dice nella sua prima uscita in Tv da candidato – devono essere confronti veri. Visto che Marino dice determinate cose, io penso che la cosa migliore sarebbe misurarsi con il popolo del centrosinistra senza rancore e con una grande attenzione ai problemi di Roma, nell’unico posto dove è possibile farlo». Ospite del programma Fuori Onda su La7, Giachetti spiega di non aver «mai detto una parola contro Marino», da quando è diventato sindaco. «L’unica volta – racconta – fu quando in direzione Marino disse, a proposito di Mafia Capitale, che bisognava mettere tutti in galera e buttare la chiave. Gli dissi che io la chiave non la butterò mai per nessuno. Io mi auguro primarie il più partecipate possibile e che anche nel travaglio all’interno di Sel ci sia un ripensamento». A differenza di quanto fece Marino, Giachetti si dimetterà dai suoi incarichi in Parlamento solo nel momento in cui i romani dovessero decidere che lui farà il sindaco di Roma: «Continuerò a fare il vicepresidente della Camera e organizzerò la mia campagna elettorale compatibilmente con questo impegno». La scelta di scendere in campo per il Campidoglio è stata per lui «un travaglio reale. Non ci pensavo assolutamente», ricorda. Ma l’ok finale non è stato dettato da Matteo Renzi: «In tante occasioni – sottolinea – gli ho detto no». Licenziare i dipendenti pubblici che barano con le presenze? «Sul principio sono d’accordo, ma non a generalizzare». Come non va bene, secondo il vicepresidente della Camere, aver generalizzato, dopo il caso Mafia Capitale, nel bollare le cooperative come «tutta feccia. Lì ci sono soprattutto brave persone». Ancora: «Io celebrerei molto volentieri un matrimonio gay – risponde ai giornalisti che lo intervistano – se ci fosse una legge che lo consente. Perchè penso che fare matrimoni che non hanno alcuna sostanza possano creare aspettative tradite». Ieri il vicepresidente della Camera, renziano con un passato da Radicale, ha incontrato proprio una delegazione di Radicali. «È stata soprattutto l’occasione per fare personalmente a Roberto un grande in bocca al lupo per questa nuova avventura politica e poi per un confronto generale sulle priorità per Roma», ha riferito il segretario del partito Riccardo Magi, anche lui uno dei papabili per le prossime comunali. Sul fronte di Sinistra Italiana, il candidato Stefano Fassina non intende prender parte alle primarie di coalizione e continua a marcare le differenze con il Pd: «Noi ci battiamo per un’altra idea di città – afferma durante la ‘giornata di ascolto della citta» -, per la Roma di tutti in netta discontinuità con il ‘Modello Romà, oltre che con la tragica esperienza di Alemanno«. Oltre un migliaio di romani e quasi 80 associazioni hanno partecipato, secondo quanto riferiscono gli organizzatori, alla ‘Domenica del programmà, giornata di ascolto della città promossa nei Municipi di Roma dai comitati per Fassina sindaco. «Noi ci battiamo per un’altra idea di città – ha affermato Stefano Fassina, candidato di Sinistra italiana -, per la Roma di tutti in netta discontinuità con il ‘Modello Romà, oltre che con la tragica esperienza di Alemanno». Il ‘Modello Romà è l’espressione coniata per le esperienze dei sindaci di centrosinistra Francesco Rutelli e Walter Veltroni negli anni ’90-2000. Parlando a Corviale Fassino ha aggiunto: «Noi dobbiamo far esprimere i cittadini su alternative per la città: da una parte, i tentativi dei soliti noti di far sopravvivere Roma attraverso i grandi eventi e le rendite degli interessi forti; dall’altra, uno sviluppo fondato sulla cultura, la conoscenza, il nostro patrimonio ambientale e artistico e la riduzione delle diseguaglianze. Legalità, efficienza, solidarietà sono capisaldi per la ricostruzione morale, economica e politica di Roma». Fassina ha quindi proposto ai Radicali di unire le forze per promuovere il referendum cittadino per far scegliere ai romani tra i Giochi olimpici del 2024 e investimenti per la mobilità sostenibile e i beni comuni.

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