Scoperta banda di usurai, in 4 ai domiciliari
UN giro d’affari di 300 mila euro al mese e tassi usurai che andavano dal 120 al 200%. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Roma hanno scoperto una banda di usurai che operava a Roma: 4 persone sono finite agli arresti domiciliari con l’accusa, a vario titolo, di usura aggravata in concorso, tentata estorsione, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso, minaccia aggravata. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di un commerciante strozzato dalla banda. Le forti difficoltà economiche avevano costretto il commerciante a chiudere l’attività commerciale gestita dalla sua famiglia da ben tre generazioni e così si era rivolto ad uno della banda per ottenere un prestito di denaro. A fronte delle poche migliaia di euro prestate inizialmente gli sono poi stati chieste somme molto alte, con un tasso di interesse del 200% circa. Non potendo pagarle la banda ha iniziato con le minacce di morte e le aggressioni. La vittima si è rivolta all’associazione antiracket AGISA e poi ai Carabinieri. Nel mese marzo scorso un usuraio viene così arrestato in flagranza di reato mentre stava malmenando violentemente la vittima, dalla quale aveva appena ricevuto una rata di interessi settimanali pari a 400 euro. Successive indagini hanno portato a scoprire un libro mastro in cui erano annotati i nominativi di altre vittime. Nonostante in carcere l’usuraio proseguiva i suoi affari avvalendosi dell’opera di tre complici, tra cui un personaggio di spicco della criminalità romana, detto «Tyson», preposto a punire o convincere con la violenza le vittime. «Nel giro di pochi giorni – commenta il Generale Salvatore Luongo – è la seconda operazione anti usura portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, a dimostrazione di quanto sia purtroppo diffuso il fenomeno, che nella sua patologia ha come unico rimedio il ricorso alla denuncia dei fatti, delle violenze e delle prevaricazioni subite, alla più vicina caserma dell’Arma dei Carabinieri».
Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login