Roma, il mea culpa di De Rossi dopo gli insulti razzisti: "Mi scuso per chi si sente offeso" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Roma, il mea culpa di De Rossi dopo gli insulti razzisti: “Mi scuso per chi si sente offeso”

– Niente prova tv, niente pronunciamento da parte del giudice sportivo e, fino all’intervento delle Iene, niente scuse. C’è voluto il pressing degli inviati del programma di Italia 1 per spingere Daniele De Rossi al pubblico mea culpa dopo quanto successo domenica scorsa in campo a Torino tra lui e lo juventino Mandzukic. Il mediano giallorosso, sorpreso dalle immagini televisive mentre pronunciava una offesa razzista all’attaccante bianconero («stai muto, zingaro di m…»), alla fine ha seguito il consiglio del suo amico e compagno di nazionale Buffon che proprio ieri aveva ammesso che in campo ogni tanto «noi commettiamo degli errori, e quando hai la telecamera addosso che ti coglie in flagrante e in fallo è chiaro che devi chiedere scusa». E così De Rossi, intercettato sotto casa dalle Iene, ha ammesso lo sbaglio: «Cosa è successo con Mandzukic? L’avete visto. Sono stato beccato da una telecamera mentre dicevo una frase che dovevo evitare di dire – le parole del centrocampista -. Non è la prima volta che in campo succede una cosa così, se ne dicono tante, a volte anche di peggio. Il calcio in quei 90 minuti livella un pò tutti verso il basso, ma non è una giustificazione. Mi dispiace, mi dispiace per chi si sente offeso per quella frase. Bisogna evitarle o, come ha detto il mister, coprirsi la bocca». Un accorgimento molto comune tra i giocatori ora che le telecamere hanno praticamente il controllo totale su quanto accade in campo. E tra i più attenti nel nascondere il labiale c’è sicuramente Cassano, ex compagno di De Rossi nella Roma. «Se mi ha mai insegnato a parlare con la mano davanti? Lui è cintura nera di mano davanti» la risposta alle Iene del mediano di Ostia, che intanto oggi a Trigoria ha fatto da Cicerone all’ultimo arrivato, Stephen El Shaarawy. Il ‘Faraonè, come ha subito cominciato a chiamarlo Spalletti in campo al primo allenamento (svolto dopo le visite mediche e il nulla osta del Milan), indosserà la maglia numero 22, la stessa che aveva anche al Monaco.

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