AltaRoma, tra Garden party e la protesta degli animalisti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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AltaRoma, tra Garden party e la protesta degli animalisti

– «Ho avuto paura e ho pianto come una bambina. Ho detto agli animalisti che io sono una sarta e faccio lavorare persone che non possono neppure permettersi di comprare una pelliccia. Comunque trovo questo posto divino». Insomma, la couturier milanese Raffaella Curiel, bloccata al suo arrivo questa mattina dagli animalisti che protestavano davanti l’ingresso della Ex Dogana San Lorenzo, é riuscita a convincerli a farla passare per preparare le modelle per la sua sfilata, in programma alle ore 12. La stilista è stata vivacemente ‘intrattenuta’ per diversi minuti da una cinquantina di manifestanti antipelliccia di ‘Animalisti Italiani’, comparsi all’improvviso davanti al cancello del complesso di archeologia industriale, che ospita per la prima volta le manifestazioni di moda di AltaRoma. E superata la barriera umana, ha avuto anche il modo di apprezzare la location scelta da Altaroma per le sfilate. Forse Curiel non si era accorta, attorniata da donne e uomini urlanti ai megafoni frasi contro la vivisezione degli animali da pelliccia, delle catene di metallo nascoste sotto le giacche a vento che i manifestanti accanto al cancello stavano per utilizzare per bloccarlo definitivamente: «Oggi da qui non esce e non entra più nessuno» minacciavano ringhiando. Ma Curiel, racchiusa in un piumino animalier per fortuna sua, dopo circa dieci minuti é riuscita a convincere i manifestanti a farla entrare, visto che la prima sfilata del calendario di oggi, quella del marchio L72, era già cominciata. Alla fine gli animi si sono placati e la protesta si é conclusa ‘pacificamente’ sotto gli occhi delle forze dell’ordine. Il bello é che le collezioni che sfilano da oggi e nei prossimi giorni sono quelle per la primavera/estate, per cui l’uso delle pellicce non é previsto. Inoltre, la stessa Curiel ieri aveva presentato un’anteprima stampa dei suoi abiti ispirati ad un giardino floreale. Insomma di pellicce in pedana all’ex Dogana non si vedrà neppure l’ombra. E pensare che ieri Curiel spiegava: «Ogni qual volta incontro un chiosco di un fioraio, poggio lo sguardo su un’aiuola, sbircio l’angolo di un terrazzo rigoglioso o vengo abbracciata dal verde di una campo, sono felice. Osservare un seme che diventa pianta e fiore eleva il mio spirito in un arcobaleno di sentimenti positivi. In questo mondo confuso, depresso, corrotto, vi é un costante definitivo, dolce e violento messaggio di speranza e di rinascita, nella natura». In pedana, il garden party della couturier é un tripudio di colori floreali, ricami e lavorazioni artigianali. Una collezione per cui sono necessari mesi di paziente manodopera. «Sono diventata pazza per fare questi abiti» rivela infatti la stilista nel back stage. E la sua fatica viene ripagata: nelle prime file, dove siedono anche Donna Assunta Almirante, Lella Bertinotti e Isabella Rauti, le bocche restano aperte dalla meraviglia nel veder sfilare 45 capolavori di alta sartoria. Sono abiti-tulipano, gonne- bocciolo, pantaloni plissettati dalla linea a calla, giacche a baschina tagliate a petali. Gonne lunghe danzanti come fiori mossi dal vento, in colori rubati alla natura: azzurro fiordaliso, rosa ortensia, rosso papavero, verde prato, fucsia, ciclamino, giallo girasole, con una serie divina in bianco e nero. Gli abiti per il giorno e per il cocktail hanno gonne a campana, anni ’50, e vita sottolineata da strette cinture o fusciacche. I ricami di micro paillettes, fili di seta o perline, compongono foglie verdi e boccioli di rose rosa sull’abito da sposa. L’abito-simbolo ha il corpetto a canestro di paglia e la gonna lunga ricamata con fiori di campo in filo di seta.

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