Omicidio Garbatella, fermato un 40enne amico della vittima | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Garbatella, fermato un 40enne amico della vittima

– Un litigio furibondo sfociato in un omicidio brutale. L’esasperazione per le continue avances alla sua compagna da parte di quell’uomo di 20 anni più vecchio che beveva e parlava troppo: il movente che ha spinto un 40/enne italiano a uccidere a calci, pugni e a colpi di un oggetto contundente Maurizio David, 60 anni, ieri pomeriggio nella sua casa alla Garbatella, a Roma. Ci hanno messo poche ore i carabinieri del Nucleo investigativo a risolvere il caso. Era stato lo stesso assassino a rivolgersi ieri mattina a un carabiniere in strada, non tanto distante dal luogo del delitto, per raccontare di aver fatto qualcosa di terribile la sera prima. Una mezza giornata di lavoro sui riscontri alla sua versione, soprattutto per verificare che non vi fossero altre persone coinvolte o coperte, poi l’uomo dopo essere stato interrogato per ore in caserma la notte scorsa è stato fermato. Si attendono ora la convalida del Gip e l’esito dell’autopsia. «Non voleva lasciare stare la mia donna», avrebbe detto ai militari coordinati dal comandante del Reparto Operativo di Roma, colonnello Giuseppe Donnarumma. Una rabbia accumulata nel tempo contro quell’uomo, forse più un conoscente che un amico, separato dalla moglie – che lo aveva denunciato per stalking -, quasi dimenticato dalla figlia, che viveva solo in una casa modesta in via Caffaro alla Garbatella. E che alzava spesso il gomito, anche secondo i vicini, e dava fastidio alla compagna di quello che sarebbe diventato il suo assassino. L’uomo che un inquilino del primo piano ha visto entrare in ascensore mercoledì sera, nervoso, assieme alla sua vittima. Fino al settimo piano, dove lo avrebbe massacrato senza pietà poco dopo. Un movente passionale, secondo gli investigatori chiamati sulla scena di un crimine «raccapricciante», sono le loro parole. Ma non perché vi fosse una reale rivalità tra i due uomini. Piuttosto un’insofferenza diventata man mano odio cieco. I carabinieri hanno raccolto subito la quasi confessione del killer, che inizialmente ha detto di non ricordare bene cosa avesse fatto. Forse anche lui aveva bevuto assieme a David. Quindi la lite degenerata nel delitto del 60/enne David. Poi i rimorsi, la consapevolezza di aver commesso qualcosa di terribile. Le prime ammissioni con il militare avvicinato vicino alla stazione Piramide. In caserma la compagna dell’assassino ha confermato le attenzioni insistenti e moleste della vittima. Un interesse per quella donna molto più giovane che ha pagato caro.

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