Primarie Pd, Bray si sfila. Morassut: "In campo per senso responsabilità". M5s contro Giachetti | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Primarie Pd, Bray si sfila. Morassut: “In campo per senso responsabilità”. M5s contro Giachetti

– «In questo momento non ci sono i presupposti per una mia candidatura alle primarie per sindaco . Me ne sono reso conto dopo aver riflettuto sulla possibilità della quale si è discusso in questi giorni sui giornali e sul web». Dopo giorni di incertezza, l’ex ministro alla Cultura Massimo Bray si tira fuori dalla sfida con Roberto Giachetti per la corsa al Campidoglio, annunciando in un post su Facebook, rilanciato via twitter, che non si candiderà alle primarie per il sindaco di Roma. «Sono naturalmente molto grato a tutti coloro – scrive Bray – che, dentro e fuori il Partito Democratico, hanno dimostrato stima e apprezzamento nei miei confronti. Per essere risolti, i problemi di Roma hanno bisogno di un intervento concreto e pragmatico, ma anche, dal mio punto di vista, di una visione ambiziosa, di un progetto di ampio respiro su quello che la città dovrà essere tra cinque o dieci anni».«Il mio lavoro è un punto d’osservazione privilegiato – si legge ancora nel post – che mi permette di dare un contributo al bisogno diffuso di fare di Roma un grande laboratorio di idee, e mi offre stimoli per immaginare le forme di una città che deve rigenerarsi. Una proposta di cambiamento ha bisogno di unità di intenti, se vuole riuscire a imporsi sul malessere che oggi ci attanaglia. Ecco perché è cruciale che si superino le divisioni e gli interessi personali per mettersi al servizio di un progetto comune». «Non sono il solo, ovviamente, a sognare un nuovo rapporto tra politica e cittadini; ma di certo chiunque vorrà concorrere alla sfida per governare questa straordinaria città dovrà tener conto del bisogno di ricostruire un legame di fiducia e un clima di unità e armonia nella ricerca del bene comune».

– «In questi giorni sono stato molto incerto, e ho preso questa decisione con molta fatica ma tante persone, senza appartenenza politica, interi pezzi di città, mi hanno chiesto di partecipare a questo confronto, che altrimenti rischiava di implodere e di restare senza dialettica. Per questo ho sentito la responsabilità di dare una risposta a queste persone e ho deciso di partecipare alle primarie». Così, il deputato del Pd Roberto Morassut, riferisce all’Adnkronos la decisione di presentarsi alle primarie per la scelta del candidato sindaco di Roma. Il deputato dem ha presentato la sua candidatura questa mattina al mercato di Primavalle. «È un quartiere che amo particolarmente – spiega – che ha una storia tragica ma anche straordinariamente ricca. Negli anni ’50 è partita da qui la lotta per il riscatto della periferia romana, i cittadini aprivano strade che il Comune non apriva. È un quartiere che si dà da fare e oggi è pieno di associazioni che fanno volontariato. A Roma non c’è solo ‘Mafia capitale’ – sottolinea Morassut – e ho voluto dare un segnale in questo senso». Il deputato dem alle primarie sfiderà Roberto Giachetti, considerato il candidato ‘renziano’. «Contro di lui mi risulta difficile usare la parola avversario, diciamo che abbiamo percorsi differenti e forse questo servirà a coinvolgere più persone. Poi, naturalmente – conclude Morassut – si corre per vincere». «A Roma c’è molto da fare ma come prima cosa c’è l’esigenza di affrontare con il governo il nodo dei poteri, perché Roma Capitale deve avere i poteri di una Regione». Così Roberto Morassut, illustra all’Adnkronos i primi punti all’ordine del giorno del suo programma dopo l’annuncio della sua candidatura alle primarie per il sindaco di Roma. «Io vorrei usare questi 5 anni per una consiliatura costituente – spiega il deputato dem – a cui partecipino ai massimi livelli personalità giuridiche e della politica, che studi le soluzioni migliori, e il cui risultato venga poi sottoposto a un grande referendum». «Ma con il governo c’è da discutere anche il tema delle risorse» sottolinea Morassut, che spiega: «Non si tratta di chiedere nuove risorse a carico dello Stato, ma di fare un’operazione di revisione degli accordi fissati nella Legge di Stabilità del 2010, che prevedono nella disponibilità del commissario straordinario per il ripiano del debito, risorse per 500 milioni all’anno. Trecento – afferma Morassut – sono fondi del Mef e 200 milioni vengono dalla aliquota aggiuntiva comunale Irpef che fa di Roma la città più tassata d’Italia. Neanche un euro però di queste risorse – sottolinea il deputato Pd – viene reinvestito nei servizi per città. Per questo intendo costruire una carta dei servizi e delle opere pubbliche, per vedere con i cittadini come usare le risorse aggiuntive liberate, e dovrà essere un patto chiaro con i romani». «Infine, servirà un grande lavoro di promozione internazionale per la ricerca di investitori e apertura del mercato, e per questo – conclude Morassut – sarà cruciale anche la liberalizzazione dei trasporti e dei rifiuti prevista entro il 2019».

– «È Giachetti che ha paura della sua candidatura, infatti non lascia il suo posto da Parlamentare. Il suo interesse evidentemente è ambire a una carica più importante di quella che già ricopre. Avrebbe fatto più bella figura a restare in Parlamento». Lo dice la parlamentare del M5S Paola Taverna a margine della seduta del municipio VI dove si sta votando la sfiducia al presidente del Pd.

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