Giubileo, arriva Padre Pio: per il santo misure da capo di Stato. Pronta la mostra sui suoi ricordi sacri | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Giubileo, arriva Padre Pio: per il santo misure da capo di Stato. Pronta la mostra sui suoi ricordi sacri

Circa cinquecento i chilometri da percorrere per arrivare nella Capitale: il trasporto delle reliquie scortato da tantissimi uomini delle forze dell'ordine. Partenza, dunque, da San Giovanni Rotondo; rientro il 14 febbraio

spoglie padre pio Le spoglie di padre Pio, il santo di Pietrelecina, oggi arrivano nella capitale. Per il trasporto saranno messe in campo misure del tutto simili a quelle previste per i capi di Stato con tanto di no fly zone su San Giovanni Rotondo e su Foggia. Circa cinquecento i chilometri da percorrere per arrivare a Roma: il trasporto delle reliquie sarà scortato da tantissimi uomini delle forze dell’ordine. Partenza, dunque, da San Giovanni Rotondo per Roma, rientro il 14 febbraio dopo una sosta di tre giorni – a partire dall’11- a Pietrelcina (Benevento), paese natale del santo. Oggi, dunque, il Giubileo della misericordia conoscerà un altro momento clou con l’arrivo delle spoglie di Padre Pio, nel primo pomeriggio, nella basilica di San Lorenzo al Verano. Qui saranno portate, da Padova. anche le reliquie di san Leopoldo Mandic. Fino al giorno successivo saranno possibili atti di venerazione nella basilica al Verano. Dopo un breve passaggio nella parrocchia di San Salvatore in Lauro, nel cuore di Roma, le spoglie saranno trasferite nella basilica di San Pietro il pomeriggio del 5. L’indomani, alle 10, in piazza San Pietro, papa Francesco concederà un’udienza speciale ai gruppi di preghiera di padre Pio. La mattina del 9 il Papa presiederà una concelebrazione eucaristica per Frati minori Cappuccini di tutto il mondo. La mattina dell’11, dopo una cerimonia officiata dal presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, le reliquie di padre Pio partiranno da Roma per Pietrelcina. Nella Sala del Capitolo del Palazzo Cardinal Cesi, in via della Conciliazione 51 a Roma, è stata allestita e può essere visitata da oggi al 10 febbraio (ore 10-18 con ingresso libero) una mostra di ricordi sacri della vita di san Pio da Pietrelcina, curata dai Frati Minori Cappuccini di San Giovanni Rotondo. In due ambienti contigui sono stati collocati: la culla in cui fu adagiato il piccolo Francesco Forgione da sua madre Maria Giuseppa De Nunzio; il reliquiario della beatificazione realizzato dall’orafo franco-georgiano Goudgji; un guanto di lana marrone utilizzato da Padre Pio nel marzo 1968; due pezzuole di lino utilizzate dal santo per asciugare la ferita del costato; un purificatoio, un manutergio e un fazzoletto usati dal Cappuccino durante la messa del 40/o della sua stimmatizzazione; una camicia da notte attestante che Padre Pio viveva il fenomeno mistico della flagellazione; una maglia intima che presenta una macchia di sangue in corrispondenza della spalla destra, attestante che il frate aveva anche la ferita che Gesù si procurò portando la croce sulla via del Calvario; il libro delle professioni della Provincia religiosa di Foggia dei Frati Minori Cappuccini, aperto alla pagina su cui fra’ Pio da Pietrelcina scrisse di suo pugno l’attestazione della sua professione perpetua (emessa il 27 gennaio 1907); tre lettere originali scritte da Padre Pio; uno dei confessionali dove ha confessato, contenente una statua di cera del santo; e infine una ricostruzione dell’ultima messa celebrata dal Cappuccino stigmatizzato (paramenti e altare). Inoltre è esposto un quadro votivo di Salvatore Fiume donato al Convento di San Giovanni Rotondo.

Amato dai fedeli ma spesso in passato avversato dalle gerarchie ecclesiastiche. È stato questo il destino di Padre Pio, il frate cappuccino proclamato santo da un altro santo, Giovanni Paolo II, il 16 giugno 2002. E ora venerato addirittura in San Pietro per il Giubileo della Misericordia, per volontà di Papa Francesco. Padre Pio, al secolo Francesco Forgione, era nato a Pietrelcina nel 1887 in una famiglia di contadini. Entrato in noviziato a 16 anni, il 10 maggio del 1910 era stato ordinato prete a san Giovanni Rotondo, in provincia di Foggia, dove poi creò dal nulla un grande ospedale e diverse opere caritative. Inizialmente il frate cappuccino fu avversato dalla Chiesa per le stimmate, accusato di essersele procurate da solo, in pratica di essere un impostore. Ma altre, pesanti accuse, gli vennero sempre da ambienti ecclesiastici: «Il Padre si permette di accarezzare giovani donne; fa pagare giornalisti per la propaganda a suo favore; si procura profumi costosi, stoffe di lusso, stivaletti di cuoio finissimi; ha preteso poltrone, letto a molle, pavimenti e finestre nuove; esige cibo speciale». Cominciava intanto la vera guerra, quella sulla gestione delle grandi somme di denaro che arrivano e che il frate voleva destinare alla costruzione dell’ospedale «Casa sollievo della sofferenza»: «Maneggia denari senza il permesso dei superiori», fu la nuova accusa. Pio XII, pontefice dal 1939 al 1958, il più convinto difensore di padre Pio, nel 1953 lo esonerò dai voti di povertà e di obbedienza ai superiori affinché, rispondendo solo al Papa, potesse guidare i Gruppi e realizzare la «Casa» che viene inaugurata nel 1956. E tuttavia con papa Pacelli ripresero le verifiche, con anche due «visite apostoliche», vere e proprie ispezioni. E poi scoppiò lo scandalo Giuffrè, «il finanziere di Dio», che, offrendo interessi altissimi, raccoglieva fondi soprattutto in ambienti religiosi che vengono coinvolti nel successivo crack. Qualcuno sperava di salvarsi con i 585 milioni liquidi che sono nelle casse della «Casa» di padre Pio, che rischiò così di essere coinvolto dallo scandalo. Ma il frate resistette: non volle che quei soldi venissero distolti dagli scopi per cui gli erano stati dati. È così che un registratore viene trovato nel confessionale di padre Pio, per provare i colloqui troppo «confidenziali» con le sue «figlie». Nel 1960 il «visitatore» mons. Carlo Maccari scriverà conclusioni durissime contro il frate: «in lui regna il demonio dell’impurità», «la sua vita è un sensualismo mistico». Il rapporto a Giovanni XXIII viene praticamente smentito dal segretario di Stato, card. Domenico Tardini che richiama a Roma mons. Maccari. Uomo di carattere energico, fece anche profezie sulla vita delle persone e non di rado cacciò qualcuno che cercava di accostarsi al suo confessionale, quando non riscontrava un pentimento sincero. Ricevette visite da tutto il mondo: nel 1947, tra i tanti che si fanno confessare c’e’ anche un giovane prete polacco, Karol Wojtyla. Nasce una leggenda, che non ha mai trovato conferma, secondo la quale padre Pio avrebbe predetto: «tu diventerai papa, ma io vedo anche sangue e violenza su di te». Nel 1963 diviene papa Paolo VI, che annullò i provvedimenti contro padre Pio. Il frate, stanco e provato, morì cinque anni dopo, il 23 settembre 1968.

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