Campidoglio, l'annuncio di Marino: "Non lascio le cose a metà" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Campidoglio, l’annuncio di Marino: “Non lascio le cose a metà”

– Ignazio Marino non vuole lasciare le cose a metà. «Moltissime persone mi chiedono un impegno, mi dispiace lasciare un’operazione incompiuta» dice criptico l’ex sindaco-chirurgo parlando di una sua ricandidatura. E se ha deciso di fare il bis sicuramente la sua corsa non passerà per le primarie: «Le ho già fatte – precisa – Sono un patto con i cittadini e il partito che ti sostiene. Il Pd ha rotto quel patto». Intanto Giorgia Meloni tira definitivamente il freno a mano su Roma: non scenderà in campo, «con la maternità la candidatura non è la strada giusta» confessa la leader di Fratelli d’Italia. Marino continua a giocare la sua partita a poker. E al tavolo verde non manca di usare dichiarazioni sibilline, di tirare in ballo quel famoso libro a cui sta lavorando («Non so se uscirà ma ho degli appunti», dice magari sperando di far tremare le vene e i polsi a più di qualcuno), di girare tra la gente in periferia, «in tanti mi chiedono di candidarmi!» chiosa. Insomma dice e non dice. Per ora non ci pensa minimamente a mostrare le carte in mano. Temporeggia. E l’obiettivo, si sa, è tenere col fiato sospeso chi più di tutti ha paura di un suo ritorno in campo. Ovvero il suo partito, un Pd che, per come è messo, arriva alle urne non così convinto di fare l’en plein, così come fu nel 2013 conquistando tutti i Municipi. Certo è che il chirurgo non manca di sparare bordate ai dem. Renzi? «Mai più sentito», sbotta. «È un comportamento singolare – spiega l’ex primo cittadino – Avrà avuto i suoi motivi per non avere un dialogo con la Capitale d’Italia». Poi va giù pesante sul nuovo caso ‘Affittopoli’. «Ma Rutelli e Veltroni che hanno fatto?». La stoccata in questo caso è duplice, visto che i due candidati sindaco del Pd, Roberto Giachetti e Roberto Morassut, sono stati protagonisti di quelle due giunte, il primo come capo gabinetto di Francesco Rutelli, il secondo come assessore all’Urbanistica scelto da Walter Veltroni. E proprio su quest’ultimi Marino non risparmia critiche, prima apostrofandoli con un «cosidetti candidati di sinistra», e poi dicendo: «Non conosco i loro programmi. Quando ce li faranno conoscere commenterò». In casa dem in molti non nascondono di essere in ansia per un’eventuale ridiscesa in campo del chirurgo che potrebbe scombinare le carte in tavola. Per Morassut diventa un problema per il Pd «se la candidatura di Marino si caratterizza come elemento di divisione e di contrapposizione». Nel Pd c’è anche maretta sulla questione primarie dei minisindaci. Giachetti in merito è chiaro: «Abbiamo delle regole riguardo la scelta dei nostri candidati e vanno rispettate». Dall’altra parte dello schieramento una certezza ora c’è: Giorgia Meloni non parteciperà alla sfida Campidoglio. «Non c’è dubbio che una campagna elettorale che si concluderebbe al settimo mese per un mandato che ti impegna anima e corpo mentre nasce il tuo primo figlio, ti porta a pensare che non sia la strada giusta», afferma oggi la leader di Fdi. Intanto Marino precisa: «In questo momento non c’è nessuna scadenza. Non c’è nessuna rivelazione o candidatura». Ma qualcuno già parla di ‘vendetta del chirurgo’, un piatto che l’ex sindaco-Giulio Cesare vuole servire freddo dopo essere stato «pugnalato 26 volte» dal suo partito. Lui per ora nega: «Ho passato 30 anni in sala operatoria a tentare di salvare vite alle persone. Si immagini se possa fare qualcosa per vendetta. È un sentimento che non conosco». Ma si sa il bluff in una partita di poker è il miglior compagno del vincitore.

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login