La Lazio si ferma contro il Napoli. Cori razzisti, si rischia la chiusura dello stadio per due turni | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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La Lazio si ferma contro il Napoli. Cori razzisti, si rischia la chiusura dello stadio per due turni

La settima sinfonia di Sarri fa rima con il 23esimo gol in altrettante partite di Higuain. Contro una Lazio che al contrario si ferma dopo 7 risultati utili consecutivi, i partenopei hanno messo in congelatore il match già nel primo tempo grazie ai gol del Pipita e di Callejon. Per la quinta giornata di fila Sarri mantiene il primato in classifica e si gode il momento ma tiene tutti sul pezzo e evita ancora di cadere nel tranello dello scudetto: «Con 15 partite dalla fine è difficile parlare di scudetto, la Juve ha la certezza delle tante buone stagioni passate, noi non abbiamo alcuna certezza», nicchia il tecnico partenopeo. Che non perde occasione per tornare sulla ‘guerra del fatturato’ che ha già irritato i bianconeri: «Il calcio è come la vita: i soldi non fanno la felicità ma alle volte aiutano. La Juventus sta facendo cose straordinarie e spende in maniera straordinaria, hanno tanti meriti a livello societario. Io non ho espresso un’opinione, ho espresso dei numeri e se si mettono in discussione bisogna riscrivere le regole della matematica». Materiale per rendere ancora più caldo l’avvicinamento alla sfida scudetto dell’11 febbraio. Oggi a decidere è stata invece la tattica, contro una Lazio ben chiusa a metà campo, la differenza l’hanno fatta i lanci di Insigne e Jorginho ad innescare Callejon e Higuain: «Abbiamo fatto un buon primo tempo – precisa – e il doppio vantaggio ci ha aiutati, mentre nel secondo tempo abbiamo fatto peggio perché la gestione non è una delle nostre caratteristiche migliori», ammette Sarri. Il cui ennesimo miracolo è il ritorno dello spagnolo ad altissimi livelli: «Callejon per caratteristiche attacca bene la profondità. Prima era la squadra che o non lo serviva o lo serviva con un tempo di ritardo e lui andava in fuorigioco, ora invece siamo migliorati anche in questo». Sotto lo sguardo attento del ct azzurro, Antonio Conte, tra i migliori in campo è risultato Lorenzo Insigne, autore dell’assist per il raddoppio: «Sto dando il massimo per conquistare la fiducia di Conte – le sue parole – cerco di allenarmi e fare sempre di più per convincerlo. Con Conte ho un buonissimo rapporto, devo solo dare il massimo in campo e conquistarmi la mia fiducia. Lo scudetto? Abbiamo vinto 7 partite consecutive, non abbiamo ancora fatto nulla…». La Lazio si lecca invece le ferite, interrompendo la striscia di 7 risultati utili consecutivi: «Potevamo fare di più, abbiamo giocato bene solo i primi 20 minuti – la riflessione di Pioli -. Serviva una partita perfetta, noi abbiamo fatto una buona partita ma non perfetta. Se finisse ora la stagione sarebbe molto negativa, parlare di quinto posto è difficile perché il distacco è importante, ma noi dobbiamo pensare di fare più punti possibile in ogni partita da qui alla fine».

A distanza di un anno dai ‘buu’ a Niang ed Edenilson in Lazio-Genoa del 10 febbraio scorso, i tifosi della Lazio cadono di nuovo nel razzismo. Stavolta la vittima è il difensore del Napoli, Kalidou Koulibaly, che a metà secondo tempo perde la pazienza agli ennesimi cori beceri rivolti nei suoi confronti per il suo colore della pelle, fa un gesto di disappunto verso la Curva Nord laziale e richiama l’attenzione verso l’arbitro. Il resto lo fa proprio Irrati di Pistoia, che richiama le due squadre a centrocampo e sospende il match per circa 4′ per consentire allo speaker di annunciare al pubblico il rischio di squalifica del campo e di sconfitta a tavolino in caso di nuovi episodi. «Dobbiamo fare i complimenti a Irrati», l’elogio di Maurizio Sarri a fine partita, «la situazione – le sue parole a Mediaset – stava diventando imbarazzante. Eravamo tutti dispiaciuti per Koulibaly. Penso comunque che lui sia sereno, perché è molto intelligente ed equilibrato ed è aiutato anche dai compagni». Anche se i cori erano «ingiustificabili», dice il parere del tecnico della Lazio, Stefano Pioli, «fossi stato al posto dell’arbitro non avrei fermato la partita. Questi cori – spiega a ‘Premium’ – non vanno fatti e non sono giustificabili ma anche noi abbiamo giocatori di colore e vengono rispettati. Facendo così si dà importanza a una minoranza, io avrei fatto proseguire il gioco». «Bravo Irrati, ha gestito bene Lazio-Napoli sul piano tecnico e ha fatto una scelta importante sul piano culturale, nel sospendere la partita per quello che stava accadendo sugli spalti», il parere del presidente dell’Aia, Marcello Nicchi. Ora la Lazio rischia una pesante decisione, proprio a causa di quella recidiva di un anno fa. Quando, in base all’articolo 14 del Codice di giustizia sportiva della Figc, dove al comma 2 spiega che «qualora la società sia stata già diffidata, ovvero in caso di fatti particolarmente gravi», viene inflitta una sanzione aggiuntiva (articolo 18), dall’obbligo «di disputare una o più gare a porte chiuse» alla disputa «di una o più gare con uno o più settori privi di spettatori» fino alla «squalifica del campo per una o più giornate di gara o a tempo determinato, fino a due anni». Inoltre, si spiega che «qualora la società sia stata sanzionata più volte, la squalifica del campo, congiunta all’ammenda, non può essere inferiore a due giornate». La decisione spetta ora al giudice sportivo, che si regolerà in base ai referti dei delegati della procura federale presenti a bordo campo.

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