Il Pd e il sondaggio choc, Giachetti: "Non mi appassionano". Sel sempre più lontana, Esposito: "Marino confuso" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Il Pd e il sondaggio choc, Giachetti: “Non mi appassionano”. Sel sempre più lontana, Esposito: “Marino confuso”

«I sondaggi mi hanno sempre appassionato molto poco, peraltro fatti senza altri nomi di candidati in campo. Vedremo». Così Roberto Giachetti, candidato alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Roma, ospite di ‘Radio Radicale’, a proposito della rilevazione apparsa su alcuni quotidiani, secondo cui nessuno dei quattro candidati raccoglierebbe grandi entusiasmi negli elettori di centrosinistra. «Se faccio una verifica con il sondaggio che faccio nel mio quotidiano girare per Roma – ha detto Giachetti – riscontro una grande disaffezione e delusione ma anche una grande voglia di riprendersi in mano il pallino da parte delle persone. Non credo ci sia una tendenza così spiccata a disinteressarsi. Mi auguro che quello che sto facendo io, ma anche gli altri candidati, aiuti a far sì che la politica riconquisti un poco di credibilità». Il vicepresidente della Camera ha sottolineato l’importanza delle primarie del prossimo 6 marzo. «Sono primarie di centrosinistra e non solo del Pd. Mi auguro che, a prescindere dalla decisione dei vertici, tanti elettori di Sel e Sinistra italiana scelgano di partecipare a quello che è un gioco democratico, a cui non è mai mancata la loro presenza, anche a Milano dove c’è una situazione abbastanza speculare a quella di Roma». Da Giachetti è arrivato un appello al voto. «Le primarie con tutti i limiti sono un fatto importante per la democrazia e non solo per il Pd o il centrosinistra. Mi auguro ci sia un riscatto dei romani, una partecipazione ampia potrebbe far superare il limite che tutto si risolva in una competizione interna tra aree del Pd. Mi auguro che la partecipazione dei romani sia in grado di dare un primo segnale alla politica, di voglia di cambiare». C’è «una tradizione della sinistra che si vuol far male. Noi siamo bravissimi, anche quando abbiamo un’opportunità non dico scontata ma solida di fare buoni risultati, magari di sacrificare questo per dinamiche, lotte e odi interni. C’è un pezzo di sinistra che ci ha abituato a questo, l’abbiamo vista all’opera più di una volta». Così Roberto Giachetti, candidato alle primarie del centrosinistra per Roma, a Radio Radicale, risponde al giornalista che lo interpella sul rischio che a Milano non si riconoscano i risultati delle primarie.- «Ci sono delle dinamiche da cui non ci separiamo, per cui si è scatenato un posizionamento all’interno delle diverse sensibilità del partito. Noi dobbiamo andare oltre e costruire una candidatura in grado di andare e vincere al ballottaggio». Lo ha detto il candidato alle primarie del centrosinistra per il Campidoglio Roberto Giachetti a Radio Radicale. «Mi fanno sorridere alcune cose – ha aggiunto -: ho visto che Bersani che, prima, in un’intervista a chi gli chiedeva se avrebbe votato Giachetti ha risposto ‘Per fortuna non voto a Roma’, e poi cinque giorni dopo ha annunciato di appoggiare la candidatura di Morassut».

«Gli altri candidati non possono usare Giachetti come strumento per fare opposizione a Renzi: qui stiamo parlando di amministrative, ci vuole serietà e attenzione alla quotidianità. Le lotte politiche lasciamole dentro alla segreteria del partito e rispettiamo i romani come cittadini della capitale d’Italia. Roberto Giachetti, per me, fa la differenza e ciò mi spinge a credere che lui possa essere il primo cittadino di Roma». Lo scrive sul blog di Huffpost Ileana Argentin presidente del comitato elettorale di Roberto Giachetti. «Sto con Giachetti perché sono convinta che sia un persona per bene, perché è il sindaco che ogni romano vorrebbe per sentirsi garantito. Ad alcuni può sembrare strano che io, con la mia storia di sinistra, accetti di fare il presidente del suo comitato elettorale in quanto Roberto è un renziano della prima ora e un ex margheritino – spiega -. Sfido chiunque, però, a dimostrarmi se tra i candidati alle primarie per Roma, ci sia un uomo che ha fatto battaglie importanti e concrete al fine di rispondere ai bisogni dei più deboli come lui. Roberto non parla soltanto, fa i fatti, e io posso testimoniarlo perché come consigliere comunale ho condiviso con lui la sua esperienza di capo di gabinetto nella seconda giunta Rutelli – continua -. Giachetti si ama o si odia: non è per le mezze misure. Conosce la moderazione ma non ne abusa. Dice dei sì e dei no chiari e netti sia davanti a un interlocutore potente, sia davanti all’ultimo degli ultimi. Per questo lo sostengo ed invito a votarlo alle primarie del 6 marzo».

«Lo vedo difficile un ticket tra Marino e Fassina. Invece chiedo ad Ignazio di candidarsi alle primarie anziché riempire i giornali di accuse e rancori che spingono i cittadini a non partecipare». Così il candidato sindaco di Roma alle primarie del centrosinistra Roberto Morassut, ospite di Coffee Break su La7. «Quando si cade nell’egocentrismo si compie sempre un errore» aggiunge.«Giachetti e Morassut invece di fare improbabili appelli agli elettori di Sel prendano atto che le primarie nella capitale sono inutili e controproducenti perché non ricostruiscono una nuova alleanza. Senza una sinistra ampia, civica e popolare, il Pd a Roma non e’ competitivo e anzi i sondaggi confermano che al ballottaggio e’ più facile che ci vada un’alleanza tra Fassina, Marino, Sel e civici piuttosto che il Pd. Noi lavoriamo per governare Roma e cambiarla speriamo che i candidati alle primarie del pd aprano una riflessione vera sul futuro di Roma». Lo dice il segretario di Sel Roma Paolo Cento.

– «Ignazio Marino appare un po’ confuso. Appena un mese fa ha rinnovato la tessera del Pd e oggi dice di non riconoscersi nello stesso partito che lo ha proclamato Sindaco di Roma. Marino prima di parlare dovrebbe chiarirsi le idee». Lo dichiara con una nota Stefano Esposito, sanatore Pd ed ex assessore capitolino della giunta Marino. «Marino ha un bel coraggio! È singolare che dia lezioni di comportamento – prosegue Esposito – visto che le sue dimissioni da senatore furono accolte il 22 maggio 2013 ovvero 4 giorni prima delle elezioni. Marino abbia più onestà e chiarisca prima di tutto perché ha mentito ai romani. Purtroppo fino ad oggi non c’è chiarezza e buttare fango sul PD non risolve il tema di come sono stati spesi i soldi dei romani».

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