Rai Roma, a rischio 160 posti nell'appalto centri produzione tv | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Rai Roma, a rischio 160 posti nell’appalto centri produzione tv

Oltre 160 lavoratori in appalto dei servizi di manovalanza e trasporto presso i Centri di produzione Tv Rai di Roma rischiano il posto di lavoro per il cambio di appalto, previsto dal prossimo 12 febbraio e attualmente in attesa di una sentenza da parte del Tar del Lazio. A denunciare questo pericolo sono il presidente del Consorzio italiano cooperativo Labor, Alberto Ortolani, e il consigliere del presidente dell’Alleanza delle Cooperative italiane, Fabio Ortolani. «La vicenda riguarda alcune gare di appalto, indette dalla Rai nel 2013 e nel 2014 per l’assegnazione dei lavori di manovalanza e trasporto, aggiudicate all’Azienda Miles e da questa assegnata al Consorzio di cooperative Oversin di Pavia», fanno sapere in una nota. «Su questa vicenda manifesto quindi la mia più grande perplessità – afferma il presidente del Consorzio italiano cooperativo Labor, attualmente affidatario dei lavori – considerando che l’aggiudicazione dell’appalto, attualmente in fase di verifica da parte del Tar del Lazio, si è basata sulla proposta di compensi inferiori ai costi medi orari ufficialmente riconosciuti dal ministero del Lavoro sulla base dei valori economici previsti dalla contrattazione collettiva stipulata dai sindacati maggiormente rappresentativi e dalle Centrali cooperative riconosciute e ancora più dalle norme previdenziali previste dalla legge 327/2000». «Sarebbe molto grave -prosegue il Consigliere del presidente dell’Alleanza delle Cooperative, Fabio Ortolani- se ai lavoratori interessati dal cambio appalto non venisse garantita la continuità dell’occupazione. In questo modo, la Rai potrebbe rendersi corresponsabile di una violazione contrattuale del ccnl da noi sottoscritto, in quanto saremo in presenza di cambio appalto che invece di comportare delle economie apporterebbe dei costi a carico dello Stato». «Le maestranze attualmente occupate, che allo Stato italiano non costano nulla, ma viceversa contribuiscono alle casse dell’Inps e dell’Erario -conclude- potrebbero infatti far ricorso a provvidenze dirette o indirette pubbliche con una situazione di danno erariale difficilmente giustificabile agli occhi della Corte dei Conti per le modalità di gara espletate».

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