Campidoglio, spunta l'ipotesi Rita Dalla Chiesa candidata per il centrodestra. FdI: "Coalizione con nome unitario" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, spunta l’ipotesi Rita Dalla Chiesa candidata per il centrodestra. FdI: “Coalizione compatta e con un nome unitario”

Gli occhi erano tutti puntati su Fabio Rampelli, ex colonnello di An ora capogruppo di Fdi alla Camera e designato come possibile sindaco. Ma da lui nessun annuncio

Dopo il niet di Giorgia Meloni ad Alfio Marchini, l’imprenditore romano ‘dal cuore spezzato’ ( che comunque afferma di voler andare avanti) il centrodestra è alla ricerca del suo candidato sindaco per la sfida Campidoglio. E nel day after l’incontro ad Arcore tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini (che nel frattempo hadato disco verde per Stefano Parisi a Milano) spunta il nome di Rita Dalla Chiesa, promosso da Fratelli d’Italia. «Ringrazio per la fiducia, io non ho ancora deciso», dice la famosa conduttrice televisiva, mentre i leader del centrodestra si preparano ad un secondo vertice, probabilmente domani, per provare a chiudere definitivamente la partita. Intanto il centrosinistra piomba nel caos per i risultati di un primo sondaggio. E Sel non ci gira attorno: «Il Pd a Roma non è competitivo, al ballottaggio è più facile che ci vada un’alleanza tra Fassina, Marino, Sel e civici». Una cosa per ora è certa: Alfio Marchini, fino a pochi giorni fa ‘benedetto’ dai bookmaker, non sarà il candidato del centrodestra a Roma. Oggi gli occhi erano tutti puntati su Fabio Rampelli, ex colonnello di An ora capogruppo di Fdi alla Camera e designato come possibile candidato sindaco. Ma da lui nessun annuncio di discesa in campo. «C’è un nome importante su cui stiamo lavorando», confessa. Quel nome è quello di Rita Dalla Chiesa, figlia del generale Carlo Alberto dalla Chiesa ucciso dalla mafia a Palermo nel 1982. Insistenti rumors avevano indicato anche Simonetta Matone, giudice e ospite ‘fedelissima’ di Porta a Porta, e l’ex presidente della Camera Irene Pivetti. Di certo Fdi, forte delle percentuali che danno il partito della Meloni in ascesa, oggi mette in chiaro alcune cose: «Siamo a disposizione della coalizione di Roma ma non ci si può far imporre un candidato sindaco di cui noi non abbiamo stima sul piano politico» afferma Rampelli. «Deve valere lo schema di Bologna. La coalizione deve presentarsi con un candidato unitario perché vogliamo vincere» dice il senatore di Fi Francesco Giro. L’importante, sottolineano in casa azzurri, che si faccia «in fretta». E domani un nuovo vertice tra il Cavaliere, Meloni e Salvini potrebbe ratificare la candidatura di Dalla Chiesa. Intanto la conduttrice televisiva in un’intervista al Tg1 dice: «Nei prossimi giorni dovrò incontrare Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni e poi vedremo. Credo che Roma meriti il massimo rispetto e il massimo amore». Nel centrosinistra invece c’è maretta. In casa dem sono tutti con il fiato sospeso e aspettano le mosse dell’ex sindaco di Roma Ignazio Marino che nei giorni scorsi ha fatto capire che sarebbe pronto a ricandidarsi. Il M5s nel frattempo va all’attacco: «I garanti non sono Grillo e Casaleggio ma per il Pd sono stati Buzzi e Carminati», tuona Alessandro Di Battista che manda su tutte le furie i dem. «Lo querelo per diffamazione», replica il minisindaco dell’Eur Andrea Santoro (Pd). Ma a smuovere ancor di più le acque a sinistra ecco che spunta un sondaggio, pubblicato oggi da Repubblica, da cui si evince che nessuna delle candidature in pista scalderebbe l’elettorato di centrosinistra. «Francamente i sondaggi mi hanno sempre appassionato molto poco» commenta Roberto Giachetti, candidato sindaco che si classifica come il favorito tra i quattro sfidanti con il 25,8%, seguito da Ignazio Marino accreditato al 18%. È proprio lui che oggi lancia un appello: «Spero che alle primarie partecipino anche gli elettori di Sel». Sel declina l’invito e, numeri alla mano, avverte: «Senza una sinistra ampia, civica e popolare – spiega il segretario romano Paolo Cento – il Pd a Roma non è competitivo e anzi i sondaggi confermano che al ballottaggio è più facile che ci vada un’alleanza tra Fassina, Marino, Sel e civici piuttosto che il Pd». «La sinistra diffusa, che passa per Sel, Stefano Fassina, i movimenti, l’esperienza della rete civica di Ignazio Marino, può vincere» gli fa eco l’ex capogruppo dei vendoliani in Campidoglio Gianluca Peciola. «Lo vedo difficile un ticket tra Marino e Fassina» replica il candidato sindaco, in quota Pd, Roberto Morassut.

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