Elezioni, alta tensione nel centrodestra: scontro Meloni-Storace | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Elezioni, alta tensione nel centrodestra: scontro Meloni-Storace

– Mentre il Movimento Cinque Stelle si prepara al primo voto on line per scegliere il candidato sindaco, sale la tensione nel centrodestra romano. E, a campagna elettorale ancora sostanzialmente ferma, a dominare sono le scintille tra i vari protagonisti della partita. Francesco Storace in corsa per La Destra punta il dito contro Guido Bertolaso (candidato di Forza Italia, FdI e Lega) sostenendo di esser stato contattato da «persone» che gli prospettano vantaggi se si ritirasse dalla competizione. «Storace renda pubblici i nomi, i millantatori siano smascherati», la pronta replica dell’ufficio stampa di Bertolaso. «Bertolaso mi chiede di fare nomi. Non cognomi? Stia buono e la smetta. Già troppi guai», replica in un tweet Storace. Fratelli d’Italia nel frattempo rivendica il passaggio dalla sua parte di un consigliere regionale, un tempo nelle file de La Destra, Fabrizio Santori. E la leader del partito Giorgia Meloni coglie l’occasione per un affondo bello e buono, sottolineando che a differenza di Santori, i 21 che ieri le hanno voltato le spalle annunciando il sostegno a Storace «sono persone che già da tempo seguono Alemanno nel nuovo movimento che sta costruendo con Fini. Questo e’ il gioco di Fini e Alemanno, mi spiace che si sia prestato anche Storace: vogliono portare quel che è sopravvissuto delle destra nel baratro, nella voragine con loro». Guido Bertolaso, da parte sua, dopo le divergenze sulle ruspe da usare contro i rom, annuncia a breve un incontro romano con Matteo Salvini: «Ci vedremo e faremo il punto, il cronoprogramma. Le questioni prioritarie per la città sono: il vergognoso degrado, la microcriminalità, l’assoluta assenza di regole, la carenza drammatica dei servizi, la groviera delle strade. Damose da fà…». Il giorno fatidico delle elezioni comunali di Roma con ogni probabilità cadrà di domenica. Precisamente il 5 giugno. In attesa delle urne, però, ci sono almeno altre due date da cerchiare in rosso sul calendario politico cittadino. Domani, il primo turno delle ‘comunarie’ del Movimento Cinque Stelle per scegliere on line, entro la prossima settimana, il candidato per la prima poltrona del Campidoglio: in pole ci sono gli ex consiglieri Virginia Raggi e Marcello De Vito. Il 6 marzo, le primarie del centrosinistra che incoroneranno il candidato sindaco tra i sei partecipanti Roberto Giachetti, Roberto Morassut e Stefano Pedica del Pd, Domenico Rossi per Centro Democratico, Gianfranco Mascia dei Verdi e Chiara Ferraro, in corsa per i diritti dei disabili. Sarà il banco di prova per ciascuno di loro, ma anche per misurare, attraverso la partecipazione, il peso del Pd. Un flop ai gazebo potrebbe dare nuova linfa all’idea di una cordata che corra a sinistra dei dem, formata da Ignazio Marino da scontenti del partito di Renzi, e da Stefano Fassina (Sinistra Italiana), con attorno un polo civico. Solo ieri l’ex sindaco «marziano», come lo etichettano pure i suoi supporter, ha fatto intendere che non lascerà l’opera a metà: «Ci sono e ci sarò», ha risposto interpellato su una sua candidatura. Insomma, la riserva non è ancora sciolta, ma i presupposti ci sono tutti. Anche perché, che piaccia o meno, il suo fantasma continua ad aleggiare nella campagna elettorale dei dem. Questo pomeriggio, ad esempio, tanti esponenti della passata amministrazione si sono ritrovati alla presentazione del docu-film ‘Gli ultimi giorni del coccodrillo’, il racconto della fine di un’esperienza politica.

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