Palazzo Raggi, Caudo: "Io indagato eppure quell'intervento l'ho bloccato io" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Palazzo Raggi, Caudo: “Io indagato eppure quell’intervento l’ho bloccato io”

«Su Palazzo Raggi, nel mio ruolo di assessore, ho promosso la sospensione in autotutela della delibera di approvazione. La delibera di approvazione del piano di recupero era stata proposta dal mio predecessore e approvata dalla giunta Alemanno (è di pochi giorni fa la notizia che tutta la giunta è indagata). Pertanto è anche grazie a me che è stato bloccato un intervento della precedente amministrazione che risultava illegale». Così l’ex assessore capitolino all’Urbanistica Giovanni Caudo, in un intervento sul «Corriere della Sera», indagato per corruzione per la trasformazione in megastore di Palazzo Raggi. «Ho preparato poi la delibera di annullamento del piano di recupero e stavamo preparando la delibera di riproposizione nei modi e nei termini previsti dalla legge per un nuovo piano di recupero. Con il segretariato e l’avvocatura, per evitare richieste di danni al Comune da parte del privato, si stava valutando se i due atti dovessero essere contestuali o presentati in momenti diversi. Poi l’esperienza amministrativa si è interrotta e Tronca ha concluso l’iter della delibera di annullamento del piano di recupero. Questo è tutto, come sempre nell’interesse generale e in totale trasparenza. Se qualcuno ha fatto il mio nome, lo ha fatto millantando e senza alcun fondamento di verità e sarà da me perseguito in tutte le sedi. Il lavoro della Magistratura ha tutta la mia stima e collaborazione da sempre perché agisce a tutela delle perso», conclude l’ex assessore della giunta Marino.

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