L'ombra di Verdini agita i sonni del Pd, il commissario Orfini: "Lui è fuori" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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L’ombra di Verdini agita i sonni del Pd, il commissario Orfini: “Lui è fuori”

A meno di 48 ore dalle primarie che, a Roma, Napoli e in altri comuni decideranno i candidati sindaci Pd alle amministrative, è ancora ‘l’ombra’ di Denis Verdini e del suo sostegno ad agitare, e non poco, i Dem. L’ipotesi di un appoggio di Ala a Roberto Giachetti alle primarie romane e a Giuseppe Sala alle urne milanesi, sebbene sia seccamente smentita, fa tornare sulle barricate la minoranza dem e induce il presidente del Pd Matteo Orfini ad una netta chiusura: «Se davvero Verdini ha voglia di primarie, convinca la destra a organizzarle. Le nostre sono off limits per chi non è di centrosinistra». Il clamore della notizia è ancor più fragoroso perché giunge dopo il voto di fiducia di Ala sulle unioni civili e alla vigilia di una tornata delle primarie in bilico, anche sui dati dell’affluenza. Dal Pd si assicura che la gente «verrà», mentre a Napoli, si osserva, la gara tra Valeria Valente e Antonio Bassolino è davvero apertissima e ha, sullo sfondo, un voto tutto in salita con il sindaco uscente Luigi De Magistris come avversario da battere. Ma, assicura la maggioranza Pd, chiunque vincerà le primarie a Napoli avrà il sostegno del segretario del partito, Matteo Renzi. Verdini, invece, già nel gennaio scorso, in tv, aveva ammesso che avrebbe votato Sala suscitando una prima polemica nel Pd ripromettendosi, nei giorni successivi, di non lasciarsi andare a altri endorsement pubblici. Anche per questo la smentita di Ala oggi è netta. «Né io, né i miei amici siamo iscritti al Pd e non abbiamo pertanto alcuna intenzione di partecipare a questa battaglia», afferma Ignazio Abrignani. «Un fantomatico coinvolgimento di Ala alle primarie non è mai stato presa in considerazione», rilancia, a nome di tutto il gruppo, Luca D’Alessandro. Eppure l’ipotesi, sin dalla mattina, scatena il caos. Il sostegno di Verdini sarebbe naturale «essendo stato accolto, da molti e non da noi, a braccia aperte», attacca polemicamente il leader della minoranza Pd Roberto Speranza mentre Pier Luigi Bersani, ospite al brindisi per gli 80 anni di Achille Occhetto, parla «di alti e bassi, di problemi» nel Pd promettendo resistenza: «la vecchia talpa scaverà sempre». Gianni Cuperlo definisce quello di Verdini «un abbraccio mortale» e ribadisce la battaglia, sua e degli altri, per fronteggiare «la deriva centrista» dei Dem. E la notizia irrompe anche tra i 6 candidati alle primarie, giunti ormai alle ultime battute della loro campagna. «Per i romani è Verdini il problema o i topi?», osserva Giachetti mentre Roberto Morassut, sostenuto dalla minoranza Pd, plaude alla chiusura di Orfini e spiega che un appoggio parlamentare «ci può stare» ma un’alleanza nella stessa coalizione no. Alleanza che, domenica, alla fine non ci sarà sebbene quello di Verdini sia un ‘caso’ che, nel Pd, continuerà a fare rumore. E l’opposizione, intanto attacca. «Prima era Buzzi, oggi è Verdini che sostiene il Pd», twitta il pentastellato Alessandro Di Battista mentre Matteo Salvini definisce il rapporto tra Verdini e Pd «compravendita di carne umana».

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