Omicidio Varani, la coltellata al cuore non decisiva. Si cerca un'amica, con lui prima della morte | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Varani, la coltellata al cuore non decisiva. Si cerca un’amica, con lui prima della morte

I due, secondo quanto si è appreso, si sono incontrati sul treno Viterbo-Roma della linea Fl3. Secondo gli investigatori, la ragazza potrebbe aver raccolto qualche confidenza dalla vittima e fornire dunque elementi utili per l'inchiesta

La coltellata al cuore inflitta a Luca Varani, riguardo alla quale Manuel Foffo e Marco Prato si rimpallano la responsabilità a vicenda, non sarebbe stata di per sé decisiva nel quadro degli eventi che hanno portato alla morte del giovane, massacrato venerdì mattina scorso durante un festino a base di alcol e cocaina. Stando a quanto si apprende in Procura, anche senza quest’ultimo colpo, Varani non avrebbe avuto scampo a causa di quanto subito in precedenza.  I carabinieri che indagano sull’omicidio di Luca Varani stanno cercando una ragazza bionda, di 25 anni, che è stata insieme alla vittima alle 7,30-8 di venerdì mattina scorso, dunque un paio di ore prima che Varani si recasse all’appuntamento con Manuel Foffo e Marco Prato nell’appartamento di via Igino Giordani. I due, secondo quanto si è appreso, si sono incontrati sul treno Viterbo-Roma della linea Fl3. Secondo gli investigatori, la ragazza potrebbe aver raccolto qualche confidenza da Varani e fornire dunque elementi utili per l’inchiesta. – Il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di ROMA, esprime “dolore e preoccupazione di fronte al brutale omicidio di un giovane avvenuto pochi giorni fa in un quartiere romano. Fatti così crudeli – afferma il cardinale – rappresentano un segnale allarmante, non nuovo, anche se sconcertante per le modalità efferate e per l’assenza di un movente, ridotto alla curiosità del vedere ”l’effetto” della morte ma a danno degli altri”. “Inoltre, la constatazione che anche la droga e l’alcol figurino tra i protagonisti della vicenda – continua il cardinale Vallini – dimostra quanto sia ormai offuscata la cultura della vita e il rispetto per se stessi e per gli altri. C’è al fondo la fatica di individuare un senso autentico per la propria vita, un male di vivere che si manifesta in un individualismo potente e a volte prepotente, un profondo narcisismo, un consumismo esasperato, la ricerca di un sesso sfrenato, l’idea che tutto sia possibile perché è l’individuo stesso a definire i confini stessi del bene e del male, la negazione di ogni speranza”. “Di fronte all’umiliazione della vita umana e alla profonda violazione inferta alla dignità dell’uomo – sottolinea il cardinale vicario – la comunità cristiana non può restare indifferente, ma direi che tutti sono chiamati ad un sussulto di responsabilità: le istituzioni, le agenzie educative, i mezzi di comunicazione. C’è un ”di più” da mettere in gioco nel proprio impegno di ogni giorno sul terreno dell’educazione delle nuove generazioni, in una corale azione che veda impegnati la Chiesa, le famiglie, la scuola e ogni uomo e donna di buona volontà”. “L’educazione alla ”vita buona” – per usare un’espressione che i vescovi italiani hanno coniato per gli Orientamenti pastorali del decennio – non è una questione che interessi solo la Chiesa. Ma, come la realtà ci dimostra, un terreno comune per chiunque coltivi la passione per l’uomo. Restare inerti -aggiunge Vallini- significherebbe assecondare la deriva di una cultura del nulla che manifesta sempre più i suoi segnali di morte”. “Invertire la rotta si può, si deve, sostenendo i genitori nel cammino dell’educazione. La Chiesa di ROMA -conclude- ne avverte la grande responsabilità, e non mancherà di tenere alta l’attenzione sui temi educativi, anche in questo Anno giubilare. Educare a una ”vita buona” è una speciale opera di misericordia. A questo tema il nostro settimanale diocesano ROMA Sette dedicherà domenica prossima una ulteriore riflessione”. – Dopo avere massacrato a morte Luca Varani, Manuel Foffo e Marco Prato hanno dormito abbracciati sul letto. È quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Roma che contesta ai due il reato di omicidio aggravato dalla crudeltà. Secondo gli inquirenti la ricostruzione fornita da Foffo è «credibile» perché si è assunto una «responsabilità schiacciante». Ancora da accertare se Foffo e Prato abbiamo fatto sesso nelle ore precedenti alla tragedia mentre entrambi sostengono di non avere avuto rapporti dopo l’omicidio.

– Marco Prato e Manuel Foffo avevano intenzione di “fare del male” a qualcuno almeno due giorni prima di metterlo in atto nei confronti di Luca Varani. E’ quanto sostengono gli inquirenti della Procura di Roma che indagano per omicidio. Un proposito a cui i due arrestati, attualmente detenuti a Regina Coeli, avevano pensato per oltre 48 ore. Secondo una ipotesi investigativa, il criterio scelto dai due nell’individuare la vittima sarebbe legato alla misura della debolezza. In sostanza Varani, che ha accettato di partecipare al festino in cambio di denaro, rispondeva alle caratteristiche di cui erano in cerca i due killer. Riguardo alle persone che avrebbero frequentato l’appartamento di Foffo, nelle ore precedenti all’omicidio, gli inquirenti stanno svolgendo tutti gli accertamenti del caso. Al momento, sostiene la procura, sono solamente tre le persone entrate nella casa in quei giorni, oltre ai protagonisti della tragedia.

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