Omicidio Varani, restano in carcere Prato e Foffo. Adesso gli ex amici si accusano a vicenda: "Lo ha ammazzato lui" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Omicidio Varani, restano in carcere Prato e Foffo. Adesso gli ex amici si accusano a vicenda

L'interrogatorio di garanzia per Manuel Foffo e Marco Prato, i due arrestati per l'omicidio del ventitreenne di origine slava ha fornito agli inquirenti nuovi spunti e tasselli da collocare in un puzzle che sembra ancora lontano dall'essere completato

– Restano in carcere Manuel Foffo e Marco Prato, arrestati per l’omicidio di Luca Varani avvenuto nel corso di un festino a base di coca ed alcolici a Roma. Lo ha deciso il gip Riccardo Amoroso che ha però escluso per i due l’aggravante della premeditazione del delitto. Oggi nel carcere di Regina Coeli si sono svolti per oltre otto ore gli interrogatori di garanzia. – Si incolpano l’uno con l’altro. Si rimpallano le responsabilità su chi ha inferto il colpo finale al cuore di Luca Varani e sul ruolo svolto festino dell’orrore avvenuto in un appartamento nella periferia romana. L’interrogatorio di garanzia per Manuel Foffo e Marco Prato, i due arrestati per l’omicidio del ventitreenne di origine slava ha fornito agli inquirenti nuovi spunti e tasselli da collocare in un puzzle che sembra ancora lontano dall’essere completato. Al termine di oltre otto ore, il gip Riccardo Amoroso ha convalidato l’arresto, escludendo però per i due l’aggravante della premeditazione del delitto. «Manuel ha detto anche oggi che è stato Marco Prato a dare il colpo finale. Lo ha ribadito oggi con dovizia di particolari». Ha detto l’avvocato di Foffo, Michele Andreano, lasciando il carcere di Regina Coeli. Una «verità» contestata dal legale dell’altro arrestato, l’avvocato Pasquale Bartolo, per il quale «non è stato» il suo assistito a conficcare nel cuore di Varani il coltello. «Abbiamo chiarito quale è stato il ruolo di Marco nella vicenda – dice – che è del tutto diverso da quello che ci è stato attribuito fino ad ora». Ed ancora. «Il mio assistito ha detto al Gip tutto quello che si ricordava – ha proseguito – lui era a casa di Foffo quella sera, dove è andato poi Luca Varani, ma le cose non sono andate come è stato detto fino ad oggi». Ma è sempre Foffo, parlando con il giudice per le indagini preliminare, a fornire ulteriori dettagli su cosa sia avvenuto tra il 3 e il 4 marzo nella sua abitazione al Collatino. «Foffo – afferma il suo difensore – parlando con il Gip ha indicato tanti e tanti testimoni che sono andati all’interno dell’abitazione, qualcuno è arrivato ed è andato via. Altra gente che è stata chiamata ma non è andata». Parole che aprono nuovi scenari su chi ha effettivamente preso parte al festino con coca e alcolici. Nella sua prima confessione Foffo aveva parlato di almeno altre due persone, Alex e Giacomo, che erano transitati nel suo appartamento in quelle ore. «Il mio cliente – aggiunge il difensore – ha dato molti particolari e molti dettagli, anche perché è passato del tempo quindi è molto più lucido. Ha aggiunto particolari secondo me importanti senza mai contraddirsi». Anche a detta dei due arrestati, il contesto in cui si è consumata la vicenda è «sessuale» ma il movente «ancora non è uscito fuori». Foffo ha ribadito che era intenzione dei due «fare del male a qualcuno» ma senza fornire ulteriori chiarimenti sul perché di una scelta tanto folle. Una lucida follia senza dubbio alimentata dalla droga. Un fiume di cocaina, quasi 26 grammi, acquistata per 1500-1600 euro e consumata in poco più di 48 ore

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