Ostia, 60 anni di malaffare sul litorale abusivo | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Ostia, 60 anni di malaffare sul litorale abusivo

Un municipio nel caos, in balia di sessant’anni di malaffare, tra delibere approvate per compiacere i gestori degli stabilimenti e licenze concesse senza alcun controllo. Questo lo scenario dipinto oggi davanti alla commissione Antimafia da Domenico Vulpiani, il commissario che da poco più di cinque mesi è alla guida del municipio di Ostia, il primo nella storia della Capitale ad essere stato sciolto per infiltrazioni mafiose in seguito all’inchiesta che ha travolto il Campidoglio e che ha visto tra gli arrestati anche il presidente del Municipio, Andrea Tassone. Per oltre due ore ha elencato ciò che ha trovato al suo arrivo sul litorale, tra abusi edilizi, concessioni scadute, stabilimenti fuorilegge, chioschi abbattuti e da abbattere per quello che la stessa presidente della commissione, Rosy Bindi, ha definito «un tentativo di infiltrazione di legalità ad Ostia». «Fino al nostro arrivo – spiega Vulpiani – il Municipio era un porto di mare, chiunque entrava negli uffici a prendere un caffè ma anche per portare via le pratiche con evidenti conseguenze. Infatti non si ritrovano fascicoli e stiamo lavorando anche alla riorganizzazione degli uffici». Il prefetto parla del «lungomuro» e degli stabilimenti (42 quelli controllati, di cui 8 posti sotto sequestro) ed annuncia controlli anche per l’estate. «Certo – ammette -, ci saranno dei disagi ma bisogna fare una scelta di campo per ripristinare la legalità». Il commissario si aiuta con le slide per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto intricata. Racconta episodi, spiega come per anni in passato venissero approvate delibere per compiacere i gestori degli stabilimenti e mantenere ad un basso livello l’indice turistico di Ostia, in modo da evitare l’incremento dei canoni. «Da quest’anno, dopo le nostre verifiche – annuncia – saranno raddoppiati con conseguenti maggiori introiti per lo Stato». «In questi anni sono state fatte sparire le cose. C’è stata una sovrapproduzione di atti amministrativi – sottolinea -. Le planimetrie presentate dai titolari degli stabilimenti non corrispondono a quelle originarie, ma sono state modificate nel tempo». Vulpiani si sofferma anche sul «rischio idrogeologico» che corrono i residenti dell’entroterra del Municipio, dove gran parte delle abitazioni sono state costruite abusivamente «sotto il livello del mare». «Con più mezzi e più persone – l’appello del commissario al Campidoglio – potremmo fare di più e più velocemente». Ma intanto qualche passo in avanti contro il malaffare sul litorale di Roma sembra essere stato fatto.

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