Caos Comunarie, gli esclusi del M5s chiedono una nuova consultazione

– “Il non-statuto M5S non prevede ne’ che Beppe Grillo possa decretare espulsioni, ne’ l’esistenza di un comitato d’appello, ne’ un’entita’ chiamata ‘staff di Grillo. Il regolamento approvato in un tempo successivo all’iscrizione dei nostri assistiti non puo’ incidere sul non-statuto”. Cosi’ l’avvocato Lorenzo Borre’ ha elencato alcuni dei motivi dell’impugnazione al Tribunale civile da parte di tre attivisti 5 Stelle espulsi prima delle Comunarie a Roma. I tre chiedono di sospendere l’espulsione e rifare il voto online per la scelta dei candidati a sindaco e a consigliere comunale. “Il regolamento pubblicato sul blog di Grillo nel 2014, quindi dopo l’iscrizione al Movimento dei miei assistiti, fa riferimento alla figura del ‘capo del movimento politico’ – ha detto Borre’ -, non meglio precisata ne’ nel non-statuto ne’ nello stesso regolamento, che pero’ ha il potere di espellere. Chi e’ il capo politico del movimento? Chi lo ha eletto? Come e’ stato nominato? Ma il regolamento, che non e’ stato approvato da nessuno, non puo’ sostituire il non-statuto, che rimane il patto costitutivo di M5S. Il codice civile, dal canto suo, stabilisce che le espulsioni vanno decise da un’assemblea e solo per gravi motivi”. “Due dei miei tre assistiti avevano gia’ girato e postato il video di presentazione per la candidatura alle ‘comunarie’ – ha detto il legale -. Abbiamo impugnato le espulsioni con una citazione in giudizio per M5S nella persona del legale rappresentante Beppe Grillo e chiesto un provvedimento cautelativo di sospensione, con ripetizione delle ‘comunarie’. Ci auguriamo che il Tribunale civile di Roma nel giro di un mese prenda una decisione, in tempo utile per esercitare i diritti politici prima delle elezioni, per poi pronunciarsi nel merito”.