Centrodestra, Berlusconi non molla Bertolaso. Dopo i sondaggi Meloni lancia l'ultimatum all'unità | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Centrodestra, Berlusconi non molla Bertolaso. Dopo i sondaggi Meloni lancia l’ultimatum all’unità

“Il passo indietro di Salvini e Meloni e su Guido Bertolaso resta un mistero”. Silvio Berlusconi torna anche oggi a parlare via radio ribadendo a chiare lettere la sua scelta sull’ex numero uno della Protezione Civile proprio mentre da Milano, Giorgia Meloni, appare in pubblico assieme al candidato unitario Stefano Parisi e lancia una sorta di ultimatum sull’unita’ dell’alleanza anche nelle altre citta’. Un’unita’ oggi lontana, lontanissima e che, dopo il ‘pit-stop’ pasquale rischia, di costringere FI, Lega e Fdi ad una campagna elettorale davvero in salita. Campagna alla quale, nel frattempo, si prepara anche il Pd con ‘l’aiuto’ di un vero e proprio guru della comunicazione elettorale, l’obamiano Jim Messina. I motori dei partiti, insomma, sono di fatto gia’ accesi sebbene si dovra’ aspettare qualche giorno per lo ‘start’ alla corsa alle Comunali. Una corsa sulla quale ‘aleggia’, a Roma e non solo, l’avversario comune di Dem e centrodestra, quel M5S che oggi, con delle primarie online istituite dopo l’addio di Patrizia Bedori, annuncia la candidatura a Milano di Gianluca Corrado. Non a caso e’ al M5S che ieri Berlusconi ha fatto piu’ volte riferimento citando i sondaggi che lo darebbero il Movimento in ascesa, anche in chiave nazionale. Sondaggi che non sembrano sorridere a Bertolaso. Secondo Emg Acqua, infatti, a Roma Virginia Raggi sarebbe in testa con il 27,7%, seguita da Roberto Giachetti al 25,2%, da Giorgia Meloni al 20% e con Alfio Marchini (10,2%) e Bertolaso (8,2%) rispettivamente quarto e quinto. Non a caso, e’ proprio Meloni a pubblicare, via Twitter, la rilevazione. “I dati confermano quello che abbiamo sempre saputo, cioe’ che siamo in piena partita per il ballottaggio. Sarebbe incomprensibile se alla fine pezzi di centrodestra scegliessero di non sostenere questa battaglia per tenere in campo un candidato che non arriva all’8-9 per cento”, incalza poi da Milano Meloni bocciando la possibile data del 5 giugno come Election Day (“siamo nel pieno di un ponte”) e lanciando “un ultimo appello all’unita’ del centrodestra”. Dopo Pasqua si vedra’, ma dal quartier generale di FI si dicono per nulla preoccupati dei sondaggi e, almeno per il momento, negano qualsiasi ripensamento. E dopo Pasqua (anzi dopo la direzione del 4 aprile), anche il Pd si preparera’ alla volata. Una volata non facile, a Roma come a Napoli, sulla quale oggi si e’ concentrato l’incontro al Nazareno con Jim Messina, il capo della campagna elettorale di Barack Obama del 201, ingaggiato (secondo quanto scrisse La Repubblica diverse settimane fa) per circa 100mila euro – e con ‘bonus’ conferma anche per le politiche in caso di successo – anche per il cruciale referendum sulle riforme in vista del quale Matteo Renzi ha gia’ previsto una campagna porta a porta. Dossier, quest’ultimo, che un Messina descritto come pieno di idee e concreto, ha ‘trattato’ ieri con il Pd in alcuni incontri in Parlamento. Se l’apporto del guru d’Oltreoceano bastera’ a sbancare Comunali e referendum resta da vedere ma nel Pd si osserva come Messina non abbia mai perso un’elezione….

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login