Cisl medici contro la riorganizzazione della Asl Rm2 | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Cisl medici contro la riorganizzazione della Asl Rm2

“A giudizio della Cisl Medici Lazio una conseguenza dell’atto aziendale presentato dal Commissario dell’Asl Rm2 Flori Degrassi atto aziendale appare essere una riorganizzazione che comporta l’abolizione di diversi primariati. Non ci preoccupiamo per la perdita dei primariati denominati ora strutture complesse, non siamo arroccati in posizione di difesa della classe medica, ma denunciamo che solo grazie al sacrificio degli operatori, questi primariati sono riusciti faticosamente a garantire, nella continuità assistenziale, molteplici servizi ai malati nel tentativo di limitare i danni determinati dalle amministrazioni regionali succedutesi in questi ultimi venti anni”. Lo dichiara, in una nota, segretario generale della Cisl Medici Lazio, Luciano Cifaldi, che “esprime l’insoddisfazione per l’atto aziendale della Asl Roma 2, frutto dell’accorpamento delle ex Asl B e C, Asl che include circa 1,3 milioni di abitanti”. “Scomparendo questi primariati i cittadini non potranno più usufruire dei servizi assistenziali erogati da queste strutture. L’organizzazione prossima della Asl Roma 2 prevede, dal  punto di vista ospedaliero, il superamento dei Reparti con la conseguente abolizione dei letti specialistici mediante la realizzazione di letti funzionali per intensità di cura. Tale indicazione, trasmessa come obiettivo ai Direttori Generali, realizzerà in pratica un ospedale-astanteria di vecchia memoria, con caratteristiche di multilocalizzazione variabile. Esempio di un possibile scenario: un ammalato grave che viene accompagnato in pronto soccorso può andare in Osservazione-Medicina d’urgenza o rimanere in PS e poi essere trasferito nel primo letto libero (funzionale per intensità di cura), collocato in un punto qualsiasi dell’ospedale, dove esista un adeguato numero di infermieri che possa assistere il paziente. Contemporaneamente viene avvertito lo specialista in causa che, con tutte le implicazioni deontologiche e legali, prende in carico il paziente stesso, lo visita, giudica lo stato di gravità, prescrive gli esami diagnostici e la terapia. Le possibili conseguenze: un grave aumento della difficoltà di gestione e tempistica di intervento, potenziali ritardi d’intervento dello specialista magari occupato in altre urgenze collocate logisticamente lontano, possibilità di errata gestione di presidi tecnici (ventilatori polmonari, dialisi, trattamenti cardiologici urgenti anche invasivi, ecc.). Consigliamo di adottare una Risonanza Magnetica portatile mediante la quale potrà eliminarsi anche il primariato di Radiologia. Conclusione dello scenario: ritorno ad una vecchia Astanteria delocalizzata mentre invece l’attuale organizzazione, razionalmente organizzata, già funziona e può/deve soltanto essere migliorata. Cui prodest? Non certo al paziente che in ogni interpretazione organizzativa dovrebbe sempre rivestire il primo posto. Mi auguro che le associazioni varie dei malati non siano a conoscenza di questa trovata, peraltro priva di entusiasmanti risultati nelle Regioni ove era stata ideata e attuata (Toscana). È facile prevedere un ulteriore ingorgo nei Pronto Soccorso, un aumento della conflittualità (verbale e non solo) operatori-pazienti-familiari accomunati tutti da forte stress, un aumento del contenzioso medico legale, un ulteriore disagio lavorativo all’insegna dello slogan ‘si salvi chi può’. Chiediamo con forza al Presidente della Regione di ripensare il sistema previsto dall’atto aziendale dell’asl rm 2 che creerà solo gravi disagi ai cittadini”.

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