Campidoglio, Scozzese: "Gestione del debito a 12 miliardi. Dal 2016 rischio liquidità" | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Campidoglio, Scozzese: “Gestione del debito a 12 miliardi. Dal 2016 rischio liquidità”

Lo ha spiegato il commissario straordinario per il piano di rientro di Roma Capitale, durante un'audizione in commissione Bilancio della Camera

“Il debito complessivo in carico alla Gestione commissariale, pur considerando le problematiche riscontrate nelle quantificazione delle passività nei piani di rientro del 2008 e del 2010, risulta essere pari a 3 miliardi e 224 milioni di euro per quanto riguarda il debito non finanziario, e a 8 miliardi e 768 milioni di euro per quanto riguarda il debito finanziario, considerato a valori attuali”. Per un totale, circa di 12 miliardi di euro, come ha spiegato il commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, Silvia Scozzese, durante un’audizione in commissione Bilancio della Camera. E ancora. “Né i piani di rientro del debito di Roma Capitale finora redatti, né il documento di accertamento definitivo del debito sembrano contenere una ricognizione analitica e una rappresentazione esaustiva della situazione finanziaria da risanare antecedente al 2008. D’altronde, come anticipato, attualmente, per il 43% delle posizioni presenti nel sistema informatico del Comune di Roma, non è stato individuato direttamente il soggetto creditore”.

Nel dettaglio. “Nel documento informatico relativo ai creditori della Gestione commissariale sono presenti circa 12mila posizioni – ha spiegato Scozzese – per un valore complessivo di 3 miliardi e 224 milioni di euro. In particolare: più di 5.700 posizioni, per 257 milioni di euro, sono riferibili a creditori esterni alla Pa; 1.129 posizioni, per un valore di circa 1 miliardo e 20 milioni di euro, sono riferibili a creditori Pa; più di 5.100 posizioni sono riferibili a procedure non definite, per larga parte relative a procedure espropriative e a contenzioso, per un importo pari a quasi 2 miliardi di euro. Tale cifra, tuttavia, non può essere considerata definitiva e attendibile in quanto il dato, elaborato e ricevuto direttamente dagli uffici del Comune, è stato dagli stessi uffici indicato come meramente indicativo e suscettibile di variazioni”. “La gestione commissariale ha ereditato dal Comune di Roma nove contratti derivati. Si tratta di derivati di tasso, per i quali i consulenti del Comune hanno calcolato un valore mark-to-market negativo per 147 milioni di euro con dati di mercato al 28 aprile 2008 – ha detto Silvia Scozzese – Di questi contratti solo due risultano ancora aperti alla data del 30 settembre 2015 – spiega – Entrambi hanno come controparte Banca Opi e sono stati stipulati il 24 luglio 2007 ed entrambi scadono il 31 dicembre 2030. Nell’esercizio in cui vennero chiusi gli altri derivati, il 2011, il valore mark-to-market di questi due contratti era negativo per la gestione commissariale per poco meno di 19 milioni di euro. Ad una valutazione al 30 settembre 2015 il passivo è salito a 32.369.019 euro”.

“Dalle analisi della gestione commissariali emerge che lo spazio per i pagamenti non finanziari si riduce velocemente fino a esaurirsi nel 2020 ma questo orizzonte di crisi si potrebbe avvicinare se i pagamenti di debiti non finanziari si verificassero nei prossimi anni: per esempio, gia’ nel 2016 si potrebbe verificare una crisi di liquidita’ se emergessero pagamenti per debiti non finanziari superiori a 539 milioni”. Lo ha detto il commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di ROMA Capitale, Silvia Scozzese, ascoltata questa mattina dalla V Commissione Bilancio della Camera sulla situazione debitoria del Campidoglio. “Nel piano 2010 ci sono alcune novita’ e la principale riguarda le procedure espropriative pregresse, cioe’ nell’analisi fatta nel 2010 ci si rende conto che avevamo un’insieme di procedure espropriative che non erano state ancora rilevate nel debito. In questo piano sono valutate in 1 miliardo di euro, si tratta di circa 2000 pratiche riferibili ai periodi tra il ’50 e il ’90, si tratta dell’onere potenziale per regolarizzare queste posizioni aperte”. Lo ha detto il commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, Silvia Scozzese, ascoltata questa mattina dalla V Commissione Bilancio della Camera sulla situazione debitoria del Campidoglio. “Di queste – ha spiegato illustrando la procedura di valutazione usate per la valutazione -, 115 posizioni sono state prese come elemento di analisi l’onere e’ stato quantificato in circa 568 milioni, per le restanti 1885 procedure, non avendo un dato certo che individuava i creditori o i proprietari, abbiamo una rilevazione induttiva che alla fine, attraverso un confronto con gli uffici il tutto e’ stato valutato in 1 miliardo di euro. Questo nuovo piano, l’ultimo che conosciamo, comporta anche un aumento della massa passiva, del commissario straordinario, per circa 591 milioni di euro, che deriva da ulteriori partite, ossia pagamenti e anticipazioni fatte dal comune di Roma per la gestione commissariale, perche’ nei primi anni della gestione non c’era un finanziamento diretto”.

– Nel piano di rientro del debito storico del Comune di Roma e’ contenuto “un insieme di procedure espropriative” per un totale “di circa 2000 pratiche riferibili ai periodi tra il ’50 e il ’90”, e “l’onere potenziale per regolarizzare queste posizioni aperte” e’ valutato “in circa 1 miliardo di euro”. Lo ha detto il commissario straordinario per il piano di rientro del debito pregresso di Roma Capitale, Silvia Scozzese, in audizione alla Camera sulla situazione debitoria del Campidoglio. “Di queste pratiche – ha spiegato Scozzese – per 115 posizioni l’onere e’ stato quantificato in circa 568 milioni mentre per le restanti 1885 procedure, non avendo un dato certo che individuava i creditori o i proprietari, abbiamo compiuto una rilevazione induttiva: alla fine, il tutto e’ stato valutato in 1 miliardo di euro”.

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