I candidati? Finiremo per scegliere il male minore - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

I candidati? Finiremo per scegliere il male minore

elezioni-votoBisogna avere il coraggio di dirlo. Roma viene da un periodo decisamente infelice, le ferite della amministrazione Marino, gli scandali di Roma Capitale bruciano e hanno lasciato l’amaro in bocca. C’è aria di rassegnazione, non voglia di riscatto. Anche l’indignazione bisogna potersela permettere, e Roma ha già dato in questo senso. I candidati  sembrano non essersi resi conto di questo stato d’animo, hanno dato vita ad una campagna elettorale tradizionale, apparendo per lo più fuori luogo in ogni loro apparizione. Toni dimessi in qualche caso, enfatici in altri, con l’antica convinzione del porta a porta e del farsi vedere dai cittadini su un mezzo pubblico o davanti a un palazzo fatiscente senza avere in tasca la ricetta per cambiare le situazioni di disagio riscontrate. Ci si sarebbe aspettati uno scatto di reni, un tentativo di voltare pagina che andasse al di là delle retorica scontatissima dei proclami elettorali. E invece niente, o poco più di niente, qualcuno ha definito i candidati – calcando la mano – dei piccoli nani. Giudizio troppo severo, ma bisogna ammettere che poco hanno fatto per staccarsi dal gruppo, per uscire dal magma indistinto della politica capitolina. Una campagna all’insegna del risparmio, un utilizzo massivo dei social, messaggi generici, banali. I programmi? Una fiera delle ovvietà, tutti vogliono salvare Roma (e ci mancherebbe altro) nessuno spiega nel dettaglio perché, sono frasi ad effetto e programmi di medio-lungo periodo. Nessuno dei candidati ha il piglio tribunizio, nessuno ha veramente carisma, è veramente difficile decidere per chi votate a meno che non si appartenga all’entourage stretto dei candidati o non si sia ancora rispettosi delle dinamiche di partito. Ma i cittadini hanno bisogno di risposte subito, su ogni singolo problema, su ogni grande emergenza, hanno bisogno dei famosi cento giorni entro i quali….E deve trattarsi di impegni e promesse credibili, realizzabili nei tempi annunciati. Le modalità, i costi devono essere spiegati nel dettaglio, non genericamente. Una volta passato il voto non c’è modo di rimediare, l’elettore truffato deve rassegnarsi. Ma se sa con precisione cosa aspettarsi può convincersi a non andare al mare o votare per il male minore.

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