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A Roma e Rieti i giovani disgustati dalla politica: il 52.6% non si vuole impegnare


Secondo una ricerca delle Acli e della Cisl di Roma e Rieti solo il 18% dei giovani credono nel ‘posto fisso’ e per ‘diventare grandi’, per il 63.5% serve un lavoro stabiledonne al lavoro

Sfiducia nella politica e disaffezione nei confronti del ‘posto fisso’. I ventenni romani, però, puntano tutto sul lavoro, fondamentale, per il 63,5%, per ‘diventare grandi’. Le Acli di Roma, insieme con la Cisl di Roma e Rieti, ha condotto una ricerca su 1029 ragazzi tra i 16 e i 29 anni sul mondo del lavoro e su come vedono il futuro. Nei confronti della politica, intesa soprattutto come impegno in prima persona, prevalgono, negli under 30, prevalgono sentimenti di rabbia, disgusto e sconforto. Il 52.6% di loro è informato sui temi dell’attualità politica ma non vuole impegnarsi in prima persona. Una forbice compresa tra il 36.3% e il 39.3% degli intervistati, infatti, utilizza parole negative verso quest’ambito e, anzi, solo il 4.9% dichiara di esserne appassionato. Secondo i dati rilevati da un’indagine condotta dalle Acli provinciali di Roma e dalla Cisl di Roma e Rieti, in collaborazione con l’Iref, solo il 17.8% tra i 1029 intervistati parla di ‘speranza’. Dalla ricerca condotta tra giovani di Roma e provincia, di eta’ compresa tra i 16 e i 29 anni (54.4% ragazze e 45.6% ragazzi) la principale attenzione-preoccupazione e’ il lavoro. “Questa indagine – ha detto Lidia Borzì presidente delle Acli di Roma e provincia – rende protagonisti i ragazzi: il loro ascolto e’ il presupposto per una buona politica. Partire dal loro ascolto ci consegna una grande responsabilità e cioè quella di fermarci a riflettere sui bisogni concreti per orientare il nostro impegno sul territorio e consegnare spunti importanti anche a chi si troverà a governare la città”. Gli intervistati affermano che il lavoro è fondamentale ma poco stabile. Solo il 18% dei giovani tra i 16 e i 29 anni  ha dichiarato di pensare a diventare dipendente pubblico (categoria che incarna il concetto di ‘posto fisso’); per il resto, il 34.9% si vede libero professionista, l’8.5% imprenditore. Più in generale, il lavoro autonomo attrae il 43% del campione e il lavoro dipendente il 41.6%. Per il 23.5% dei giovani contattati crede che per trovare lavoro serva conoscere persone influenti, per il 12.8% serve la fortuna e per il 10% occorre accontentarsi. Il 78% degli under 30 è disposto a trasferirsi fuori Regione e il 58% andrebbe anche all’estero. Per passare alla vita adulta, il lavoro stabile è imprescindibile per il 63.5% mentre il 69.2% ritiene necessario un reddito sufficiente. “Lo studio – ha spiegato Paolo Terrinoni, segretario generale della Cisl Roma e Rieti – evidenzia una situazione complessa di transizione che, se da un lato evidenzia la preoccupazione e l’incertezza che deriva da un precariato generalizzato e un mercato del lavoro sempre più destrutturato, dall’altro rileva un atteggiamento positivo per molti aspetti sul futuro con una grande vitalità dei giovani del nostro territorio”.

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