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Gelo tra Raggi e Lombardi. La grillina lascia il mini-direttorio


E gelo tra Roberta Lombardi e Virginia Raggi sindaco di Roma. Dopo l’empasse sul capo di gabinetto – con Raggi decisa a sostenere la nomina di Daniele Frongia e Raffaele Marra suo vice ma poi costretta a desistere – i rapporti tra il mini direttorio romano e la sindaca grillina sono ormai ridotti al lumicino.

mini-direttorioEppure lo staff – composto da Paola Taverna e Roberta Lombardi, l’europarlamentare Massimo Castaldo e il consigliere Gianluca Perilli – dovrebbe confrontarsi quotidianamente o quasi con l’inquilina del Campidoglio. Ma così non è e già si conta una prima defezione di peso: Roberta Lombardi ha rassegnato ieri dimissioni irrevocabili.”Mi spiace deludere coloro i quali in questo momento stanno parlando di liti, gelo o siluramenti rispetto al lavoro che tutti stiamo facendo su Roma. Non è così” dice Lombardi parlando di “polemiche che interessano solo ai giornalisti”. “In questi giorni il lavoro per Italia 5 Stelle entra sempre piu’ nel vivo. Stiamo preparando tutto affinchè la terza edizione in programma a Palermo il 24 e 25 settembre vada al meglio” dice la deputata romana che spiega così la sua decisione di abbandonare l’organismo di supervisione sul lavoro del sindaco di Roma. “Purtroppo per questo il mio supporto nello staff romano sarà differente: continuerò a dare una mano a Virginia ma dall’esterno sui temi che ho sempre seguito” aggiunge Lombardi che sottolinea: “credo che insieme abbiamo fatto tante cose molto importanti, per questo oggi Roma è a 5 stelle”. E, “in futuro riusciremo a farne altre altrettanto importanti, ma intanto sono certa che Paola, Gianluca e Fabio Massimo (gli altri ‘portavoce’ componenti dello ‘staff’ capitolino) riusciranno a sostenere il nostro sindaco giorno per giorno”.

In realtà la deputata romana già tre settimane fa aveva chiesto di lasciare, nel pieno dell’impasse Frongia-Marra. Ma era stata convinta a desistere, anche per evitare che liti interne oscurassero una vittoria senza precedenti per il Movimento. A scatenare il malcontento proprio la scelta di Raggi, poi naufragata, di nominare Frongia a capo di gabinetto e Marra come suo vice. Una decisione, la sua, che avrebbe violato il codice etico sottoscritto a Roma e che prevede in un passaggio di concordare con il mini direttorio tutte le nomine del caso.

Ma per Lombardi, che con Perilli avrebbe mosso accuse alla Raggi durante una riunione di fuoco, la sindaca avrebbe commesso anche un errore di coerenza, scegliendo una persona, in questo caso Frongia, che aveva corso alle elezioni per fare il consigliere e non il capo di gabinetto: non si lascia una poltrona per un’altra, questa la stilettata piovuta dallo staff per bocca di Lombardi. Da quel dì la distanza tra le due donne é divenuta incolmabile, ma anche sul mini direttorio romano è calato un cono d’ombra, con rapporti sempre più sporadici e freddi con il Campidoglio. Grillo, nel suo blitz, avrebbe tentato di rasserenare gli animi ma, benché si millanti sicurezza ed entusiasmo, la strada appare tutta in salita visto che la ‘macchina’ si è inceppata a pochi metri dal via. E a questo punto non è escluso che all’addio di Lombardi possano seguirne altri a stretto giro.

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