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Patto segreto per emergenza rifiuti? Orfini,se vero è inquietante


Potrebbe esserci un patto segreto all’origine del negoziato avviato dal Campidoglio per tamponare l’emergenza rifiuti che a fine giugno rischiava di soffocare la città. Siglato in uno studio privato, lontano anni luce dai luoghi istituzionali.

matteo orfiniSulla questione è intervenuto Matteo Orfini che affida a Facebook un post in cui da’ sfogo alle proprie perplessità. “Virginia Raggi ha vinto le elezioni e ha il diritto-dovere di amministrare. E bisogna darle il tempo necessario per dimostrare se è o meno all’altezza. Per questo fino ad oggi ho evitato critiche e attacchi anche di fronte a un avvio non certo entusiasmante. Però quanto rivelato oggi è onestamente inquietante. Succede questo: a Roma c’è l’emergenza rifiuti, di cui dovrebbe occuparsi il sindaco. Che fa un bell’annuncio. Nel mentre un deputato del partito del sindaco – senza alcun titolo – convoca in uno studio privato una società che si occupa di smaltimento rifiuti, il futuro assessore competente non ancora nominato e i vertici dell’Ama, la società del comune che gestisce i rifiuti. E in quella sede stabilisce di affidare lo smaltimento di una parte dei rifiuti a quella società”.

“Già così, siamo di fronte a un fatto grave. Ma ci sono due aggravanti: quel deputato è Vignaroli, vice presidente della commissione parlamentare che si occupa degli illeciti nello smaltimento dei rifiuti. Ovvero – prosegue Orfini – una commissione d’inchiesta con poteri analoghi a quelli della magistratura che dovrebbe vigilare esattamente su questi temi. E la società in questione è quella di Cerroni (Malagrotta, per capirci) al centro di diverse vicende note alle cronache”. “Insomma – rimarca il presidente del Pd – un quadro inquietante di commistione tra poteri d’inchiesta, imprese e amministrazione”.

“Cosa c’entra Vignaroli con le scelte del Comune? A che titolo convoca Ama e una impresa decidendo lui di affidare un incarico a quella specifica impresa? Che rapporti ha Vignaroli con l’impresa di Cerroni? Ma soprattutto, perché questi incontri non li fa nelle sedi proprie e con la dovuta trasparenza chi è stata scelta per questo dai romani, ovvero Virginia Raggi?”, chiede infine Orfini.

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