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Festa Befana piazza Navona, bando lo farà la giunta M5S, escluso il I municipio


Nel 2015 il commissario Francesco Tronca annullò (in autotutela) un bando “vecchio stile”. Ed era quello approvato dal I municipio, a guida Sabrina Alfonzi del Pd, in cui risultavano vincitori i soliti nomi, la famiglia Tredicine. Secondo l’Avvocatura c’è un margine per lavorare sul nuovo bando ma si ragiona esclusivamente sui 48 banchi, evitando una possibile posizione di monopolio. Il leader storico degli ambulanti, Alfiero Tredicine, non ci sta ed è pronto alla protesta

 

La commissione Commercio di Roma Capitale non si arrende e decide di «andare avanti» sulla festa della Befana di piazza Navona. I 5Stelle intendono provare a rimettere in piedi le tradizionali bancarelle natalizie che lo scorso anno furono bloccate dall’Autorità anticorruzione e dagli accertamenti della Procura di Roma sul bando deciso e firmato da Sabrina Alfonzi, presidente del I municipio. Per quest’anno invece il campidoglio deciderà per conto proprio senza le interferenze del minisindaco del Pd. Sarebbe una decisione di giunta quella di far pubblicare un bando ad hoc per la festa della Befana in piazza Navona con gli standard previsti già nella passata amministrazione di Marino, relativi a 48 postazioni, non uno di più. Nel 2015 il commissario Francesco Tronca annullò (in autotutela) un bando “vecchio stile” che era stato approvato e pubblicato dalla mini-giunta del I municipio, in cui risultavano vincitori i soliti nomi a causa di un requisito: l’anzianità. Chiaramente risultava favorita sempre una sola famiglia e i loro parenti diretti e affini, ovvero la famiglia Tredicine (di cui uno dei membri è Giordano, ex consigliere comunale, implicato nell’inchiesta di Mafia Capitale). In commissione Commercio c’è sempre una presenza fissa: il capostipite, Alfiero Tredicine, di Apre Confesercenti, una delle associazione di categoria, un tavolo “ghiotto” per il leader storico degli ambulanti. In barba al monopolio dei camion bar posizionati in posti chiave del centro di Roma, alle centinaia di bancarelle che questa famiglia gestisce da anni a Roma grazie alle licenze decennali ottenute e – tra poco – anche quello delle caldarroste nelle zone più “in” della Capitale (condotti, corso, cola di rienzo e così via)

La giunta Raggi  va avanti pensando di percorrere la strada di un bando che permetta di fare il mercato di Natale anche quest’anno. L’ostacolo principale è sempre quello dei 90 giorni che devono intercorrere tra la pubblicazione del bando e l’inizio della manifestazione. Una regola, questa, già rilevata dall’Anac lo scorso anno e che potrebbe inficiare anche il bando 2016, come sottolineato da più parti. In primis dal gabinetto del sindaco e dal segretariato. In sintesi, è proprio questo il parere del Gabinetto del sindaco e del Segretariato generale del Campidoglio. «Si può anche fare – ha riferito alla commissione Francesco Pacello del Gabinetto – ma il rischio è che accada quello che è già successo lo scorso anno, quando il bando è stato ritirato in autotutela. Il bando deve rispettare le stesse prescrizioni fornite nel parere dell’Anac».

Roma - Piazza Navona le bancarelle per la festa della Befana prima dello stop

Roma – Piazza Navona le bancarelle per la festa della Befana prima dello stop

Anche il Segretariato ha confermato la necessità di rispettare i tempi: «Bisogna fare un bando che non dia adito a nulla – hanno spiegato in commissione Commercio questo pomeriggio – deve essere piuttosto preciso». L’avvocatura capitolina nei giorni scorsi ha ricevuto il presidente di commissione, Andrea Coia (M5S), e il consigliere di opposizione Maurizio Politi (Fdi). «Secondo l’Avvocatura c’è un margine per lavorare sul nuovo bando – ha riportato Politi – ma si ragiona esclusivamente sui 48 banchi, evitando una possibile posizione di monopolio. Infatti, l’Avvocatura ha chiesto tempo per le verifiche su un massimo di due postazioni per persona». Su queste basi Davide Bordoni (Fi) ha chiesto di andare avanti: «Se c’è un percorso di legittimità – ha detto – che sia affrontato immediatamente».

Tuttavia, lo stesso presidente di commissione Coia ha spiegato che «non c’è un parere scritto» dell’organo capitolino che si occupa delle questioni giuridiche. «L’indirizzo della commissione è orientato a fare la festa – ha detto ancora Coia – e a oggi dobbiamo esprimere questa volontà in un atto. Potremmo sollecitare l’Avvocatura a rilasciare una risposta scritta, una risposta ufficiale in grado di darci l’indirizzo giuridico. Entro la prossima settimana – ha aggiunto – dobbiamo chiudere. Altrimenti non credo che riusciremo a rifare la festa. È stato fatto un pasticciaccio di atti, ce ne sono troppi e sono in contrasto tra loro. Chiediamo risposte certe e scritte per affrontare la questione. Per fare la mozione di indirizzo alla Giunta bisogna avere i dettagli dell’Avvocatura e districare una matassa quasi impossibile».

Tra i punti di vista espressi in commissione, c’é anche chi, come Orlando Corsetti (Pd), presenta una nota dell’Avvocatura del 31 agosto 2106 che ricorda «la proroga delle concessioni decisa dalla Conferenza unificata Stato-Regioni e valida fino al maggio del 2017. Il tema – ha detto – è capire se dal punto di vista giuridico questa proroga invalidi il protocollo d’intesa siglato nel 2013 tra gli operatori e il I Municipio da cui sono scaturiti gli ultimi due bandi». Gli operatori, presenti in commissione, continuano a chiedere che la festa si faccia anche quest’anno e che intanto si pensi anche al 2017: «Ben venga una soluzione temporanea – ha detto Alfiero Tredicine, presidente di Apre Confesercenti – ma sul futuro se i posteggi restano 48 ci troviamo in estrema difficoltà». Al termine della commissione il presidente Coia ha scelto di «non dichiarare nulla», rispondendo alle domande dei cronisti presenti soltanto con un «No comment».

 

 

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