Viterbo e l’emergenza migranti - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Viterbo e l’emergenza migranti

viterbo_migrantiEmergenza immigrati. Dopo l’ultima situazione critica venutasi a creare nel territorio viterbese, precisamente nella frazione di Civitella Cesi, dove sono giunti 24 migranti in una struttura ritenuta inadeguata e le conseguenti rimostranze della popolazione, gli onorevoli Alessandro Mazzoli ed Alessandra Terrosi del PD hanno presentato un’interrogazione al ministero dell’ Interno. Essi hanno chiesto al ministro quali iniziative intendesse assumere per verificare “come mai la Prefettura di Viterbo risulti essere così distante dall’osservanza delle prescrizioni ministeriali e conseguentemente far sì che il Prefetto si attenga al rispetto del patto siglato tra Anci e Governo per avere una equa distribuzione sul territorio, al fine di evitare pericolose tensioni come purtroppo registrate”. Di tali problematiche si è parlato questa mattina, presso la sede provinciale del Pd, con gli onorevoli firmatari dell’interrogazione, il segretario del Pd locale, Andrea Egidi ed i sindaci di Civitella Cesi e di Vetralla. “Siamo sempre stati impegnati sulla vicenda migranti – ha esordito Mazzoli – con lo stesso spirito con cui la maggioranza ha lavorato nel corso dell’anno. Ci stiamo incamminando, però, su una strada che non ci convince”. Mazzoli spiega, pertanto, che l’interrogazione è stata presentata a seguito della vicenda di Civitella Cesi e sulle motivazioni che hanno spinto la Prefettura di Viterbo a perseguire una strada contraria alle indicazioni del Governo ed agli accordi tra Governo ed autonomie locali”. Mazzoli fa riferimento alla clausola di salvaguardia che rende esenti i Comuni che appartengono alla rete Sprar dall’invio di ulteriori migranti. A questa clausola, a quante pare disattesa, si deve aggiungere anche la quota fissata dal ministero di 3 migranti ogni mille abitanti. “Già il 28 gennaio 2016 il ministero dell’Interno invitava le prefetture ad avere un accordo con i comuni e a non destinare quote di richiedenti asilo in quei comuni che avevano in corso progetti Sprar – scrivono i due parlamentari nell’interrogazione- criteri fissati in maniera più dettagliata a seguito dell’approvazione del DM del 10 agosto 2016 e dell’emanazione della circolare del Ministero dell’Interno dell’11 ottobre scorso. E’ del tutto evidente che dove è presente uno Sprar non possono e non devono essere previsti altri arrivi se non concordati con l’amministrazione competente. Nessuna delle indicazioni contenute nella circolare è stata finora perseguita sul territorio viterbese, anzi spesso si sono ricercati luoghi e strutture in grado di accogliere concentrazioni numerose di richiedenti asilo, come nel caso della ex polveriera di Tarquinia o, di recente, l’allestimento con i container dell’area dell’ex fiera nel comune di Viterbo, dove dovrebbero essere ospitati altri 60 migranti”.
Gli onorevoli del Pd sottolineano, inoltre, che in base all’ultimo censimento, la provincia di Viterbo risulta avere una popolazione residente pari a 320 mila abitanti e che, quindi, volendo rispettare il criterio del 3 per mille si dovrebbe prevedere l’accoglienza di circa mille migranti. Ad oggi, però, la Prefettura ha comunicato la presenza di 1100 profughi ipotizzando, nei prossimi 8-10 mesi, di raggiungere i 2 mila arrivi. “Non viene fatto nessun lavoro di programmazione – incalza Mazzoli – Lo sappiamo anche noi che ci sono comuni che si tirano indietro, ma bisogna scoprire le carte e per fare ciò bisogna fare un lavoro preventivo di programmazione. Sul sito della prefettura c’è l’elenco di avvisi, procedure negoziate che si susseguono mensilmente. Una volta esplicate queste procedure non c’è una collaborazione con i Comuni, non vedo una comunicazione che avviene, se non a mezzo stampa. Questo non c’entra niente con la governance, è un altro sistema contrario da ciò che scaturisce dagli accordi tra governo e rappresentanze delle autonomie locali. Sul sito della prefettura – prosegue Mazzoli – non c’è poi scritto nulla di cosa sia lo Sprar. Il nostro Paese ha preso posizioni coraggiose ed è aperto ad un scontro con l’unione europea sulla ripartizione delle quote, ma ci sono problemi interni: l’accoglienza determina tensioni, preoccupazioni, alcune legittime, altre strumentali. Per fare buona accoglienza abbiamo bisogno di percorsi condivisi, partecipati da chi vive il territorio. Il nostro obiettivo è questo. Chiediamo con questa interrogazione di cambiare il modo con cui la Prefettura di Viterbo si è approcciata al tema dei migranti. La via maestra è lo Sprar. Serve una conferenza permanente dei sindaci presso la Prefettura, in modo tale che in tempo reale i sindaci siano informati. Basterebbe una chat su Whatsapp! Perchè la prefettura ha rapporti solo con i privati, quando l’impatto di quelle scelte ricadono sulle comunità locali? E’ necessario creare una rete territoriale, già fatta di pezzi pregiati, una rete che si faccia carico di un’accoglienza rispettosa. Invece con questo meccanismo siamo sempre in emergenza! Questo flusso migratorio si può affrontare con una programmazione di medio/lungo periodo e non con procedure di tre mesi per tre mesi. Sollecitiamo, quindi, la risposta del Ministro alla nostra interrogazione. Dopodomani sappiamo che è stata convocata una riunione in prefettura, bhè dopo due anni vorrei ben vedere. I sindaci hanno bisogno di essere più coinvolti. Dobbiamo segnalare che così c’è qualcosa che non va”.
L’on. Terrosi ha aggiunto: “Non possiamo ormai considerare quello che stiamo vivendo un’emergenza. C’è la necessità di avere una risposta strutturata. Lo stiamo chiedendo da diversi mesi. L’unica riunione fatta risale a quella convocata lo scorso 20 giugno dal presidente della Provincia. Si tende sempre a tenere distinte le due situazioni di prima e seconda accoglienza, ma non è che la prima accoglienza debba necessariamente ammassare persone in un luogo, ma la si può gestire sia in termini di numeri che di progettualità. Questa progettualità, invece, non si vede e non è dato sapere in cosa consista. Non solo con i numeri, quindi, siamo fuori”.
L’on. Terrosi ha poi ricordato come la Comunità montana dell’Alta Tuscia abbia inviato un documento alla Prefettura richiamando la necessità di ristabilire un numero congruo di migranti (la quota del 3 per mille). “I sindaci – ha aggiunto Terrosi – non hanno possibilità di conoscere la reale situazione numerica e quello che fanno nell’arco della giornata questi migranti. Senza il coinvolgimento sociale c’è poi il problema dell’integrazione”.
E’, quindi, intervenuta Elena Tolomei, sindaco di Civitella Cesi. “Quello che è accaduto a Civitella è cosa ormai ben nota. Molto spesso la Prefettura ci dice che non dobbiamo preoccuparci noi, ma queste persone dovranno interagire con la comunità. Avrei tanto gradito di instaurare un rapporto di collaborazione con la prefettura per creare accoglienza sul territorio, ma questo percorso, con gli ultimi fatti, si è interrotto. La battaglia di Civitella Cesi non è un rifiuto all’accoglienza, ma un esplodere di quelle criticità che si sono prima evidenziate. Noi, comunque, continueremo ad andare avanti su un percorso di accoglienza concertata”.
Il sindaco di Vetralla, ricorda di trovarsi da appena 5 mesi a dirigere un’amministrazione che con i suoi predecessori non ha aderito ai progetti di Sprar. Ha fatto presente di essersi ritrovato in eredità un inserimento di circa 30 migranti e come, dopo l’adesione del comune allo Sprar, si sia arrivati ad oggi ad ospitare circa 70 richiedenti asilo. “Nonostante il comune conti 13 mila abitanti e, quindi, siamo già alla quota – ha aggiunto il sindaco di Vetralla – abbiamo fatto manifestazione di interesse per preparare l’accoglienza anche a nuclei familiari richiedenti asilo. Ma dalla prefettura ho riscontrato un atteggiamento bivalente: prima ringrazia per le proposte presentate e poi all’arrivo dei migranti non c’è alcun atteggiamento collaborativo. Chiedo una sponda referenziale attendibile. Abbiamo una prefettura che utilizza il sistema del bastone e della carota”.
Le conclusioni sono toccate al segretario del Pd, Egidi: “La prima riunione che è stata fatta sul tema è venuta dopo la vicenda di Acquapendente e Tarquinia. Ingenuamente ho pensato che una reazione dei sindaci potesse rimettere le cose a posto, invece, mi sbagliavo. Anche con l’altro incontro tenutosi in Provincia non è cambiato nulla. Non sono un esperto in materia, però riprendo una cosa che ha detto l’on. Terrosi: perchè la prefettura non si mette intorno ad un tavolo con il mondo dell’associazionismo, del volontariato, degli enti locali? Vicende del genere non possono essere lasciate solo alle belle parole di Papa Francesco”.

Wanda Cherubini

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