Cosa nasconde quel gelo polare tra Vaticano e Campidoglio - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Cosa nasconde quel gelo polare tra Vaticano e Campidoglio

roma  vaticano dal tevere affittopoliIl Vaticano per le cose romane non alza la voce, non lancia anatemi, ma ha un modo non meno duro, non meno pesante, non meno invasivo, di far sentire posizioni critiche, irritazioni, imbarazzi. Sarà perché ha governato per secoli sulla città eterna, perché la considera cosa sua e quando avverte tensione e freddezza dal Campidoglio alza le sue difese. In passato le giunte democristiane e quelle di centro sinistra hanno stabilito una serie di gentlement Agreement, di cordiale vicinato, garantendo alla Chiesta romana corsie e cortesie preferenziali. Che diamine, c’è sempre il rappresentante della Chiesa Cattolica, all’interno delle Mura Vaticane, e ci sono dei patti che regolano rapporti istituzionali, diritti e doveri. Le cose cambiano, inevitabile, cambia Roma, cambiano i problemi. Il turismo religioso è fonte di reddito per Roma ma anche per quella grossa fetta di congregazioni religiose che – fuori da ogni regola imposta ai comuni mortali – sui pellegrini fanno gonfi profitti. La sicurezza del Vaticano, la sicurezza di quella coda interminabile di visitatori che costeggiano in ogni stagione e con ogni temperatura le mura per entrare nei Musei Vaticani, la viabilità, i servizi sono garantiti dallo Stato italiano e dal Campidoglio. Ma Roma oggi ha l’affanno, e non riesce a garantire abbastanza, ad offrire ai pellegrini dell’ultimo Giubileo una città pulita e ordinata, sicura. Insomma Roma non è diventata Lugano, ha manifestato anzi una sorta di fastidio per l’improvvisa iniziativa di Papa Bergoglio. Che pur con tutta la sua bonomia non fa passare nulla alla amministrazione capitolina. In questo contesto assume una valenza particolare il segnale forte di disappunto, di critica che il delegato pontificio per il Giubileo, monsignor Rino Fisichella, ha affidato ad una intervista rilasciata a La Repubblica, quotidiano fortemente laico, ma che può contare su un filo diretto tra il suo fondatore Eugenio Scalfari, e Papa Bergoglio. Tracciando un bilancio di un anno giubilare monsignor Fisichella ha parole di ringraziamento e di stima per Angelino Alfano e i suoi collaboratori (e non per i sindaci Ignazio Marino e Virginia Raggi, nè per il commissario straordinario Paolo Emilio Tronca che si sono alternati in Campidoglio nel tempo del Giubileo). Un ringraziamento istituzionale, certo, al ministro dell’Interno” che in quanto responsabile della sicurezza del Paese ha offerto un volto sereno e sicuro di Roma”. Il monsignore parla della paura del terrorismo, e della collaborazione vincente ” tra l’Italia e la Santa Sede che attraverso la Segreteria Tecnica, presieduta dal Prefetto di Roma, ha potuto garantire un corretto svolgimento di tutte le iniziative giubilari, soprattutto per i grandi eventi che hanno visto un notevole flusso di pellegrini”. Ringrazia perfino Zingaretti e la Regione Lazio “per avere approntato un servizio di sanità e pronto soccorso all’altezza dell’evento non solo negli Ospedali ma anche durante ogni evento giubilare”. Ma per il Campidoglio niente. E il silenzio è il segno più eloquente della posizione vaticana. Nell’ a Repubblica era stato molto chiaro: “Roma ha perso una grande occasione e i 21 milioni di pellegrini che sono arrivati alla Porta Santa di San Pietro, pur essendo stati accolti bene, hanno visto quanti sono ancora tanti i limiti operativi della città. Del resto per tutto l’Anno Santo bastava andare intorno al Vaticano, a Borgo, in via dei Corridori per constatarne le precarietà in materia di pulizia e manutenzione. E’ mancata, inoltre, una dimensione culturale all’altezza degli eventi giubilari. Non sono state organizzati mostre ed eventi artistici. I pellegrini hanno visto i grandi limiti strutturali di Roma, senza tuttavia perdere di vista la dimensione spirituale del Giubileo che non è mai mancata”. Durissimo. Giusto o sbagliato che sia. La Santa Sede a Roma fa e ha sempre fatto politica,e ha sempre preteso un rispetto dovuto al ruolo. Il Commissario Tronca non è stato gradito’ Eppure ce l’ha messa tutta, nel rispetto del suo ruolo straordinario. Le vicende di Marino sono ormai letteratura, le gaffe, le punzecchiature, le scortesie istituzionali. Anche la Raggi non è partita con il piede giusto, una paio di episodi evidentemente mons. Fisichella se li è legati al dito. E i grillini non fanno sconti a nessuno. Ma è fuori di dubbio che il rapporto vada registrato. Roma non può permettersi tensioni con Oltretevere

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