Scintille in Aula durante discussione mozione No. “M5S violano regolamento” - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Scintille in Aula durante discussione mozione No. “M5S violano regolamento”

romacapitaleSeduta molto agitata del Consiglio comunale, oggi in Campidoglio: primo punto all’ordine del giorno, la discussione della mozione per il no al referendum, firmata dalla maggioranza pentastellata. Una seduta che era stata preceduta da polemiche e che subito è stata sospesa. La mozione, alla fine, ha ottenuto 28 voti favorevoli da parte della maggioranza e di “Sinistra per Roma”, nessun astenuto e nessun contrario perché le opposizioni non hanno partecipato al voto. Diversi i consiglieri di opposizione che per protesta, al momento del voto, hanno abbandonato le poltrone in aula Giulio Cesare. Non era presente nemmeno la sindaca Virginia Raggi.

Nella mozione si esprime “fortissimo allarme per la deriva autoritaria in atto, contro la quale si sono costituiti in tutta Italia e anche a Roma, comitati per il No al referendum confermativo promosso dal governo Renzi. Il combinato disposto tra le riforme della legge elettorale e del Senato offrirà un potere assoluto al partito o alla lista che, con solo il 40% dei voti, conquisterà il 55% dei seggi alla Camera e comprimerà ulteriormente il diritto alla sovranita popolare dei cittadini, mortificando gli istituti costituzionali di democrazia diretta”. Per questi motivi, si chiede alla sindaca Raggi di impegnarsi “a farsi promotrice della volontà espressa dal Consiglio comunale e delle perplessità evidenziate con i presidenti di Camera, Senato, gruppi parlamentari e con l’Anci”.

Così, la seduta è stata movimentata sin dall’inizio, con il Partito Democratico che ha chiesto di non votare questa “mozione inutile e illegittima” per ragioni di opportunità politica e statutaria. Dopo gli interventi del capogruppo di Fratelli d’Italia, Fabrizio Ghera, e della capogruppo del Pd, Michela Di Biase, il presidente dell’aula, Marcello De Vito, ha richiamato varie volte il pubblico perché “non applaudisse gli interventi” e ha poi sospeso la seduta per 20 minuti, convocando i capigruppo. All’annuncio della sospensione si sono levate proteste. In aula, infatti, erano presenti numerosi sostenitori sia dei comitati referendari per il No sia di quelli per il Sì.

La seduta si è aperta prima con la richiesta di inversione dei lavori firmata dalla consigliera dem, Valeria Baglio, che chiedeva di dare priorità alla discussione di una delibera di variazione di bilancio: una richiesta bocciata dalla maggioranza. Poi ha preso la parola Svetlana Celli, lista “Roma torna Roma”, che ha richiamato il regolamento perché “la mozione del Movimento 5 Stelle è contro la legge e l’aula non ha le competenze per votarla”. A risponderle, il capogruppo pentastellato Paolo Ferrara che ha ricordato come l’Assemblea capitolina possa occuparsi di argomenti di interesse nazionale.

“Il M5S sbaglia a presentare la mozione violando il regolamento e il presidente De Vito si rifiuta di chiedere al segretario generale l’approfondimento da me richiesto, ovvero se la mozione ex articolo 109 potesse essere presentata. Da regolamento non è così”. E’ stato invece l’intervento della Di Biase, dopo il quale De Vito ha sospeso la seduta. “Sbagliano articolo – ha continuato la Di Biase – dovevano presentarla secondo l’articolo 58 e invece tirano dritto come se le regole valessero solo per gli altri”. Nel dettaglio, le mozioni presentate ai sensi dell’articolo 109 sono “un atto di indirizzo deliberato dal consiglio per impegnare il sindaco e la giunta al compimento di atti o all’adozione di iniziative di propria competenza”. Quelle ai sensi dell’articolo 58, invece, riguardano “le manifestazioni di intenti del consiglio di fronte a eventi che interessino la città o di rilevanza nazionale o internazionale o che presentino carattere di urgenza e non impegnino il bilancio del Comune né modifichino le norme vigenti dell’amministrazione”.

Dopo i richiami al regolamento e dopo la questione pregiudiziale avanzata dalla consigliera Celli, lo stesso De Vito ha messo ai voti la questione, che è stata bocciata dall’aula, e ha dato poi il via alla discussione. Primo a prendere la parola Paolo Ferrara: “Questo è il luogo giusto per discutere la mozione, perché i sindaci diverranno part time. Questa riforma vuole creare una Repubblica delle banane fondata sulle nomine. Qui in Campidoglio, a differenza del Governo, c’è una maggioranza democraticamente eletta dai cittadini. In Campidoglio prima c’era il Pd che difendeva Buzzi e Carminati, oggi ci siamo noi che difendiamo la Costituzione. Invitiamo la sindaca Raggi nel caso in cui fosse indicata come senatrice a rinunciare all’incarico per dedicarsi alla cura della città, come del resto ha già annunciato di voler fare”.

“La calendarizzazione è stata decisa nella precedente capigruppo e, non essendoci stata unanimità, l’ordine dei lavori è stato approvato in aula. L’aula, a maggioranza, ha deciso di confermare quest’ordine. E’ stata anche sollevata una questione pregiudiziale, io ho sospeso la seduta, ho convocato i capigruppo e i capigruppo rappresentanti i tre quarti del consiglio hanno richiesto la discussione pubblica. Il consiglio si è quindi espresso rigettandola. Abbiamo sempre fatto esprimere l’aula, non vedo dove sarebbero le violazioni del regolamento”, ha poi spiegato De Vito a margine della seduta. “Se temo l’esposto del Pd al prefetto sul regolamento? No – ha continuato – e sul clima da zuffa? Non sta a me valutarlo. Il consiglio comunale non è dedicato solo alla votazione di questa mozione, ce ne sono altre sette e poi c’è una variazione di bilancio”. E sulla decisione di far uscire una parte del pubblico: “In aula il pubblico deve stare in silenzio”.

Dopo diversi richiami all’ordine, infatti, De Vito ha disposto l’allontanamento dall’aula del deputato dem Marco Miccoli e di altri militanti del Pd. Appena i vigili si sono avvicinati a Miccoli, però, i consiglieri democratici hanno abbandonato i loro scranni e hanno formato un cordone davanti al portone d’ingresso. Nel mirino del pubblico, è finito anche il deputato e consigliere comunale di “Sinistra italiana”, Stefano Fassina, che ha annunciato il proprio “voto favorevole” alla mozione per il no. L’intervento è stato accolto dagli applausi degli attivisti M5S in platea, ma contestato duramente al grido di “venduto, venduto” dai militanti Pd.

A mezzogiorno, peraltro, si era svolta la conferenza dei capigruppo, dove il Pd si era opposto al tentativo di De Vito di strozzare i tempi della discussione in aula. “La verità è che non ci sono provvedimenti su cui decidere perché questa maggioranza lavora sul nulla.

Assistiamo a una gestione dell’aula che deve vivacchiare in attesa di atti e delibere che all’orizzonte proprio non ci sono e di cui la città avrebbe bisogno, come ha potuto verificare di persona qualche giorno fa lo stesso Beppe Grillo cadendo in una buca per le strade di Roma”, ha commentato la dem Valeria Baglio.

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