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San Basilio: a breve incontro tra Raggi e famiglia cacciata da casa Ater

   La sindaca Virginia Raggi è al lavoro per incontrare in Campidoglio, la famiglia di origine marocchina che ieri non è potuta entrare nell’appartamento di edilizia popolare che le era stato legittimamente assegnato in zona San Basilio.
La famiglia, composta dal marito, un operaio edile, dalla moglie, una casalinga, e dai tre figli di 1,4 e 7 anni, ieri è stata presa di mira con pesanti insulti razzisti da parte dei vicini. Al punto che i quattro hanno rinunciato a entrare in possesso dell’appartamento, nonostante nel frattempo fossero intervenuti anche gli agenti della polizia municipale.

Anche il vicesindaco Frongia esprime vicinanza alla famiglia marocchina: “Come già hanno fatto la sindaca Raggi e gli altri assessori, tra cui quello al Bilancio Mazzillo, voglio anche io esprimere piena vicinanza alla famiglia che ha subito questa aggressione”.

Attenzione al rischio di innescare una “guerra tra poveri” è l’appello di monsignor Giancarlo Perego, direttore di Migrantes sulla protesta a San Basilio. “Siamo davanti ad un fatto grave – afferma Perego – e non è la prima volta che succede. Non parlerei di racket di case popolari, ma non ci si può arrendere a logiche in cui sembra prevalere la legge del più forte”.

Episodi come quello accaduto nella periferia est della capitale dove alla fine la famiglia marocchina è rimasta fuori dall’abitazione assegnata, osserva Perego, dimostrano che “c’è una volontà di fare prevalere il diritto alla casa di chi è italiano, quasi che il quartiere fosse
di chi ci abita. Ma così si alimentano chiusure e concezioni sbagliate. E’ importante che ci sia attenzione alla tutela del diritto o si metterebbero a rischio le persone più povere”. Un “nuovo segnale”, avverte Perego, che dimostra che “c’è bisogno di investire nell’edilizia popolare. La politica deve rimettere al centro la questione casa. Siamo fermi al piano Fanfani di edilizia popolare degli anni ’50”.

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