Natale amaro in Campidoglio, aspettando un Godot a cinque stelle - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Natale amaro in Campidoglio, aspettando un Godot a cinque stelle

godotNatale amaro in Campidoglio, è successo di tutto. Neanche Marino ha dovuto passare quello che sta passando la Raggi. Che, a detta di tutti, se l’è anche cercata. Ha fatto (o ha accettato di fare) una lunga serie di scelte sbagliate. E gli errori in politica talvolta si pagano carissimi. Ha bruciato il suo cerchio magico e non ha avuto un solo giorno di soddisfacente tranquillità per poter governare. Difficile amministrare una città complessa e praticamente ingestibile in queste condizioni. Adesso si aspetta un demiurgo, un salvatore della patria per svoltare. Visto che le condizioni politiche generali impediscono di andare a fondo. In Campidoglio sono tutti in stand by, pronti con l’elmetto ad affrontare una emergenza dopo l’altra. Aspettando Godot. Nella commedia dell’assurdo di Beckett questo Godot non arriva mai, è una sorta di alibi. Raggi&company un Godot potrebbero anche averlo. Si chiama Marcello De Vito, avvocato, è stato il candidato più votato del M5S al Comune di Roma, 6.541 preferenze ed è quello che ha avuto più visibilità nel periodo del Sindaco Marino, molta di più sicuramente dell’attuale Sindaca Raggi che pure l’ha battuto alle primarie interne per 1.764 voti a 1.347. In virtù del suo alto numero di preferenze è ora Presidente dell’Assemblea Capitolina e la sua azione politica si è svolta principalmente nel III Municipio (Nomentano/ Montesacro) in cui ha stretto saldi contatti con il territorio. Ma c’è un elemento particolare che lo contraddistingue in questo momento. Non ha mai aperto bocca. Non si è mai esposto, non ha mai preso posizione se non, correttamente, in sintonia con la Giunta. Non ha piazzato amici e parenti, non ha tramato. E’ rimasto ai margini, insomma, mantenendo una invidiabile “verginità”. Può essere utile alla causa? Nell’ambito della complessa geopolitica capitolina del Movimento viene dato vicino alla Deputata Roberta Lombardi, la stessa che ha presentato a novembre un esposto contro Raffaele Marra uomo di fiducia della Raggi. La sorella di Marcello, Francesca De Vito, scrisse un post su Facebook molto critico nei confronti dell’ex vice-sindaco Daniele Frongia in cui denunciava il degrado del Movimento con l’entusiasmo tradito dell’attivista della prima ora che è un po’ quello dei tanti romani che l’hanno votato con la speranza di un cambiamento radicale. Il fatto che Frongia sia stato destituito dal suo importante ruolo istituzionale (sostituito da Luca Bergamo, già assessore alla Cultura e già consulente di Rutelli Sindaco) segna finalmente un punto di cesura e un tentativo di risolvere quello che per Grillo è divenuto a tutti gli effetti un problema nazionale capace di intralciare la marcia del Movimento verso Palazzo Chigi. De Vito può essere ora un punto fisso, radicato sul territorio con voti reali (e non virtuali) da cui ripartire e tentare di salvare il salvabile per un Movimento che si è infilato nella Capitale d’Italia in un cul de sac molto pericoloso. Non è un capopopolo, non è un leader carismatico. Ma non ha fatto passi falsi. E in questo momento non è cosa da poco.

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