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Pronto Soccorso al collasso, influenza boom. Eppure l’avevano detto…

san-camillo-pronto-soccorsoStoria di un collasso annunciato. Si sapeva che l’influenza sarebbe arrivata, devastante, la sanità romana si è fatta trovare impreparata. Chi paga il conto? L’epidemia più virulenta degli ultimi 16 anni, con un numero di casi più che raddoppiato rispetto agli ultimi inverni. Passato il Capodanno, Roma fa i conti con l’influenza. I numeri degli ammalati registrati sono già alti nell’ultima settimana di dicembre, con oltre 168 mila persone, a Roma e nel Lazio, che si sono già messe a letto, secondo i dati della rete Influnet, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, che si avvale delle segnalazioni di medici sentinella sul territorio. Ma nei prossimi giorni queste cifre sono destinate ad aumentare, con un picco molto anticipato rispetto a quello che, di solito, si registra negli ultimi dieci giorni di gennaio. Ed è già allarme nei pronto soccorso, che potrebbero essere presi d’assalto soprattutto dai cittadini che rientrano nelle categorie a rischio, in primis gli anziani, visto anche il periodo festivo (venerdì prossimo è l’Epifania).

LA SITUAZIONE
Tra i medici di base c’è preoccupazione, senza cedere all’allarmismo. «Un dato tranquillizzante arriva dall’incremento delle vaccinazioni antinfluenzali, che in questi mesi sono aumentate del 60 per cento», spiega Pierluigi Bartoletti, segretario romano della Fimmg, la federazione dei medici di medicina generale. «Dall’altra parte c’è un virus mutato, che non è presente nel vaccino e quindi è molto aggressivo – sottolinea Bartoletti – che presenta sintomi molto pesanti e colpisce soprattutto i polmoni». Inoltre, questo picco influenzale «capita in un momento festivo, in cui gli argini del sistema sanitario sono più bassi rispetto al normale», osserva il leader dei medici di base. Bambini e ragazzi sono i più colpiti, come spesso accade, ma nell’ultima settimana in particolar modo. In queste fasce di età, infatti, l’incidenza è raddoppiata rispetto alla settimana precedente. Se infatti il valore totale è pari a 7,23 casi per mille assistiti, tra i neonati e i più piccoli, nella fascia di età 0-4 anni, è pari invece a 21,10 casi per mille assistiti; in quella di bimbi e ragazzi, 5-14 anni, a 13,51, mentre scende nella fascia 15-64 anni fino a 5,99.

LA CURVA
La curva epidemica dell’influenza anticipa l’ascesa rispetto alle precedenti stagioni, ed è questo su cui focalizzano l’attenzione gli esperti, pur non rilevando al momento particolari elementi di preoccupazione o allarme rispetto alle stagioni precedenti. «La peculiarità di quest’anno è un inizio dell’epidemia anticipato, prima rispetto all’attesa. È una tendenza che si rileva anche a livello europeo», spiega Caterina Rizzo, medico epidemiologo dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’ASSALTO
Il pericolo, per quanto riguarda la Capitale, potrebbe arrivare da un eccessivo utilizzo dei pronto soccorso degli ospedali, già piuttosto affollati nei periodi festivi. «I pronto soccorso sono in sofferenza per il sovraffollamento – sostiene la presidente della Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu), Maria Pia Ruggieri – e va sottolineato che non si tratta di accessi impropri da parte di persone colpite da influenza che intasano i Pronto soccorso senza una reale necessità». Al contrario, avverte Ruggieri, «nell’ultima settimana soprattutto, si è registrato un forte aumento di casi di pazienti con complicanze serie da influenza». Per questo i medici di base invitano i cittadini a utilizzare gli ambulatori aperti anche nei fine settimana e nei giorni festivi, senza prendere d’assalto i reparti d’emergenza.

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