Sorpresa, l’università della Tuscia batte gli atenei romani
L’università degli Studi della Tuscia si conferma tra i primi 20 atenei italiani, in base alla nuova edizione dei ranking universitari del Sole 24 Ore , articolata sui 12 indicatori tradizionali che puntano a misurare i risultati di didattica e ricerca. L’ateneo viterbese si colloca al 18esimo posto (62 punti) nella classifica delle università statali italiane, perdendo una posizione rispetto al 2015.
In pole position svetta Verona, seguita da Trento e Bologna, mentre fanalino di coda si piazza il Parthenone di Napoli.
Nel Lazio, l’ateneo viterbese fa meglio delle università romane, per la didattica si colloca al 37esimo posto (48 punti) e per la ricerca è al 12esimo posto (76 punti).
La Sapienza di Roma si piazza al 28esimo posto, Tor Vergata è in 36esima posizione e Roma Tre al 41 esimo posto. La qualità universitaria italiana continua a privilegiare il Nord, mentre fra i poli non statali il terzetto è composto dalla Luiss, la Bocconi ed il San Raffaele.
Il Sud continua a soffrire ed occupa le ultime posizioni della graduatoria. Si segnalano i balzi in avanti di Modena e Reggio (sei posizioni in più dell’anno scorso, come Chieti) e del Politecnico di Torino (+5), mentre tra i grandi poli in arretramento troviamo Genova (-5) e Firenze (-4).
Gli indicatori poi, come sempre, sono divisi in due grandi ambiti: i primi nove esaminano le attività di didattica dei singoli atenei, la solidità della struttura dei docenti , i collegamenti internazionali e le esperienze lavorative durante il corso di laurea. Gli ultimi tre misurano invece i risultati della ricerca, in tre macro-ambiti esaminati dall’Agenzia nazionale di valutazione:la qualità della produzione scientifica, quella dei dottorati e la capacità dei dipartimenti di ottenere finanziamenti esterni per i loro progetti.
Wanda Cherubini
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