Mai caduti così in basso - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Mai caduti così in basso

L’imbarazzo è generale, nell’Aula Giulio Cesare e fuori, nei corridoi del potere capitolino. Anche l’opposizione tace e scuote la testa, basita. Peggio di così non può andare. “Roma città infetta”, così definiscono la capitale in televisione, ed è difficile contestare questa immagine. Rivoluzione tradita, disillusione, mancanza di una alternativa, pericoloso, micidiale immobilismo. Serve un’idea per ripartire. E in fretta

AULA_GIULIO_CESARE_d0L’imbarazzo è generale, nell’Aula Giulio Cesare e fuori, nei corridoi del potere capitolino. Anche l’opposizione tace e scuote la testa, basita. Peggio di così non può andare. Inutile nasconderselo, siamo rimasti tutti feriti l’altra sera assistendo alla dura, feroce requisitoria condotta da Riccardo Iacona a Presa Diretta. Roma città infetta, incontrollabile, ingestibile, lo sappiamo tutti, ma vedercelo sparare addosso dagli schermi televisivi è veramente pesante. In tutto questo, algida, il faccino preoccupato, imbronciato, a volte strafottente Virginia Raggi tira dritto, come se tutto questo fosse normale. Quando penseranno di cominciare a governare sul serio, i grillini? La Raggi appare come quegli antichi sovrani che tra il periodo dell’ancien regime e le rivoluzioni del 1848 hanno governato i propri stati “con la testa rivolta all’indietro”. Gli storici usavano anche dire “con lo sguardo rivolto al passato” riferendosi a quei sovrani che prediligevano politiche di restaurazione pur dando la sensazione di guidare i loro popoli verso il futuro. È ciò che sta accadendo a Roma. Virginia è stata investita da un potere immenso col voto democratico di oltre 700 mila cittadini romani e come un vero e proprio sovrano ha promesso al suo popolo di guidarlo verso un futuro di progresso e cambiamento come mai si era visto prima nella capitale.Ma il sogno svanisce in fretta e lascia il campo ad una realtà sempre più angosciosa. La politica che è stata messa in campo fino ad ora è stata asfittica, priva di slancio, non improntata al cambiamento vero; piuttosto realizzata, appunto, con la testa girata all’indietro. Il risultato è che di fatto a Roma regna se non proprio un regime di restaurazione, almeno lo stretto mantenimento dello status quo. E a questo punto dei fatti e della storia, non avevamo bisogno di ascoltare l’analisi televisiva di Jacona e la chiave interpretativa secondo la quale l’unica spiegazione di quanto sta accadendo è che la Raggi ha stretto un patto con ambienti ed esponenti della destra storica romana. Tutto qui? Il caso Marra è davanti agli occhi di tutti da mesi. Ma basta analizzare alcuni aspetti concreti dello stallo in una rivoluzione promessa e annunciata per avvertire che c’è dell’altro. In Atac nulla è cambiato se non il nuovo Ad Manuel Fantasia. Ma il malcontento e le beghe del personale restano intatte come nel passato e con esse il bilancio disastroso. In AMA la storia è la stessa. Non ci sono nuove figure pronte a fare rivoluzioni per avviare fasi importanti di risanamento con nuove idee e strategie. E non si riesce, o forse a questo punto è meglio dire non si vuole, cambiare la governance di asset importanti per il comune di Roma. Risorse per Roma, Zetema, Adir, IPA, Agenzia Servizi Pubblici, Farmacap, per citarne solo alcune. All’IPA istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti capitolini ci sono ancora Presidente e direttore generale messi lì oltre 6 anni fa dal sindaco Alemanno. Non se ne è accorto nessuno? E’ questione di uomini o di strategia? Ma c’è di più. Quei personaggi sono in quelle posizioni illegittimamente ed hanno operato al di fuori delle regole, come sancito da sentenza della suprema Corte di Cassazione. La domanda è semplice, banale. Sono passati sei mesi. Ma che si aspetta a mandarli via? Il movimento 5 stelle avrebbe legittimamente il diritto e la possibilità di indicare persone preparate e di fiducia per riorganizzare la governance delle sue società e non lo fa. Insomma sembra non esserci più alcuna speranza per tutti coloro che aspettavano il cambiamento e stanno sperimentando un pericoloso, micidiale immobilismo. Come se ne esce? Richiamando gli inquilini precedenti del Campidoglio? Nessuna nostalgia, quelli hanno tradito e cacciato il loro sindaco e hanno un presidente che gioca alla play station. Serve un’idea. E in fretta

Cornelius

email

Bisogna effettuare il login per inviare un commento Login