Truccavano la manutenzione dei bus Cotral: un arresto e 50 indagati - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
Direttore responsabile Giovanni Tagliapietra

Truccavano la manutenzione dei bus Cotral:
un arresto e 50 indagati

Continuavano a circolare senza i minimi standard di sicurezza

COTRAL“Noi dobbiamo rubà nei modi giusti! Dobbiamo rubà nei modi giusti”. E lui, V. M., 55 anni, romano, titolare di un’officina meccanica affidataria dell’appalto per la manutenzione e la riparazione dei bus della società di trasporti regionali Cotral, il modo giusto sembrava averlo trovato. A incastrarlo, insieme ai responsabili di altre officine e a una ventina di dipendenti della stessa Cotral, sono state anche le intercettazioni telefoniche. Proprio quelle in cui lui spiegava come agire efficacemente senza farsi scoprire. Così, questa mattina, i finanzieri del Comando provinciale di Roma lo hanno arrestato per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture. In pratica, V. M. e gli altri 50 indagati sarebbero riusciti, in concorso tra loro, a truccare le manutenzioni dei mezzi delle linee regionali, facendo risultare di aver riparato pullman che invece continuavano a circolare senza i minimi standard di sicurezza e che spesso rimanevano bloccati a causa di guasti. Per questo, tra le accuse loro contestate, ci sono pure attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti e falso.

Dalle indagini, durate oltre due anni, è così emersa una reiterata condotta fraudolenta realizzata da più società appaltatrici che hanno incassato somme per prestazioni mai eseguite, grazie alla complicità di alcuni dipendenti Cotral che hanno certificato la corretta esecuzione delle manutenzioni degli autobus: come scrive nell’ordinanza di custodia cautelare il gip Massimo Battistini, si sono verificate “omissioni e irregolarità nelle lavorazioni che, di fatto, hanno costituto la norma e non l’eccezione” e sono diventate “meccanismo sistematico e collaudato”, messo in atto con “inequivoca malafede”. Un sistema, quindi, che si faceva beffe delle già difficili condizioni del trasporto pubblico locale e dell’incolumità di tutte le persone che su quei mezzi viaggiavano. La manutenzione riguardava, infatti, anche parti essenziali delle vetture, come il sistema frenante o le parti meccaniche principali che, in alcuni casi, avevano oltre quindici anni di vita e necessitavano di una corretta e reale manutenzione, al fine di garantire i livelli di sicurezza essenziali.

Ma i dipendenti di Cotral indagati, informati delle indagini in corso perché nominati ausiliari di polizia giudiziaria e incaricati di esaminare i veicoli oggetto di riparazione, si sarebbero immediatamente preoccupati anche di avvertire i dipendenti coinvolti nell’attività di controllo: per questo, sono stati denunciati pure per rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. E’ sempre il gip nell’ordinanza a spiegare che “per quanto attiene alle verifiche dell’esecuzione delle lavorazioni, le ditte esecutrici potevano contare sulla generale assenza di reali controlli da parte del personale Cotral e in un contesto di diffusa illegalità assai palese”.

Il “Sistema Cotral”, continua il giudice per le indagini preliminari, “trova le sue fondamenta in procedure operative complesse e farraginose, spesso disattese (talvolta anche per contingenze inconciliabili con la necessità di garantire la continuità del servizio di trasporto pubblico) e su un sistema di controlli interni lacunoso o, meglio, praticamente inesistente”. Il quadro investigativo dimostra che questo contesto “non solo non costituisce un’esimente alle condotte illecite, ma ne costituisce il fertile humus, volutamente costruito, da cui tutti gli indagati hanno attinto linfa vitale per i propri illeciti interessi a detrimento di quelli della società pubblica, che da lungo tempo rappresenta l’insostituibile fonte di indebiti profitti”.

Ed è stata proprio una denuncia presentata dai vertici dell’azienda regionale di trasporto a far partire gli accertamenti della Guardia di Finanza. I funzionari Cotral, infatti, erano stati messi in allarme dall’enorme e inusuale mole di guasti che continuavano a bloccare gli autobus e a causare, di conseguenza, disservizi ai cittadini. Ma non solo. Si erano verificati addirittura episodi di incendi di vetture lungo le tratte regionali: roghi che, come si è potuto poi accertare, erano riconducibili all’omessa manutenzione dei mezzi da parte di quasi tutte le imprese affidatarie del servizio.

Così, al termine di un’attività ispettiva interna, Cotral aveva segnalato alcune criticità nei rapporti con le ditte appaltatrici delle attività di manutenzione dei mezzi. Le indagini hanno poi fatto emergere il collaudato meccanismo grazie al quale le officine guadagnavano senza aver compiuto alcuna prestazione. Nel caso in cui si rendesse necessario sostituire dei pezzi, inoltre, anziché quelli originali, venivano utilizzati pezzi di ricambio usati, ripuliti e spacciati per nuovi. E quando era la stessa Cotral a fornire il pezzo nuovo da installare, la ditta incaricata lo tratteneva per rivenderlo a terzi o lo addebitava a Cotral per altri lavori, mentre sul veicolo veniva installato un pezzo usato oppure veniva ripulito quello vecchio. I soliti addetti ai controlli collusi, poi, intervenivano per certificare che l’intervento era stato realizzato nei termini stabiliti contrattualmente.

Sono stati i riscontri eseguiti su circa 1.400 vetture, cioè la quasi totalità degli autobus in uso a Cotral, a far emergere che anche i cronotachigrafi digitali in dotazione ai bus di linea non venivano revisionati: l’impresa affidataria dell’appalto ne certificava falsamente la taratura e incassava il denaro senza aver svolto il lavoro. Grazie all’analisi dei tracciati dei sistemi di geolocalizzazione installati a bordo dei pullman, infatti, gli investigatori hanno potuto verificare che, nelle date in cui veniva attestata la revisione, le vetture di linea si trovavano in servizio o erano ferme nei depositi. La frode, in pratica, serviva a far guadagnare la ditta affidataria dell’appalto per l’installazione dei cronotachigrafi, aggiudicato sulla base di un’offerta evidentemente anomala per l’esiguità dell’importo di aggiudicazione. Nei confronti di questa società, i finanzieri hanno eseguito un sequestro di disponibilità finanziarie per 91mila euro, ovvero l’importo che Cotral ha pagato per il servizio mai reso.

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