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Roma? “Un tappeto di ambulanti”, fate qualcosa

crisi-mercati-ambulanti-10E’ sotto gli occhi di tutti, ma nessuno riesce a cambiare le cose, anzi, va sempre peggio. E ci vuole la tirata di orecchi di una commissione parlamentare per dare una a svegli all’ambiente. La politica capitolina è impegnata in altro, d’accordo, è arrotolata su se stessa, e intanto la città va a fondo. «Pugno di ferro contro l’illegalità». Tre mesi fa, Virginia Raggi lanciava la campagna antiabusivi sciorinando numeri alla Rudolph Giuliani: mille controlli al giorno. Due giorni dopo, il blitz dell’assessore al Commercio Adriano Meloni: in moto con i vigili a sequestrare selfie stick e bigiotteria fasulla da piazza Venezia al Tuscolano. «Li abbiamo circondati, scappano come gazzelle», commentava Meloni, criticato in Rete per i toni «da sceriffo». L’ultimo annuncio il 31 gennaio, ancora la sindaca: «Guerra ai parcheggiatori abusivi: fermate 66 persone». La lotta alla contraffazione è nona nell’elenco dei «43 successi più importanti» raggiunti dalla giunta M5S secondo il leader Beppe Grillo. E però, nonostante l’impegno, la Capitale è un suk. Venditori di merce taroccata spuntano a ogni angolo: dal Colosseo al Pantheon, dai Parioli a Prati. «Un tappeto di ambulanti», lo descrive così Mario Catania, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sui fenomeni della contraffazione, che ieri ha scritto alla Raggi per chiedere una policy più incisiva. Già, perché nonostante l’adesione del Comune alla campagna di Indicam «Ciò che autentico è eterno» – sottolinea il deputato – a parte l’affissione di qualche cartellone pubblicitario gli effetti sul territorio non sono evidenti». Consigli? «Fare della lotta al commercio abusivo una priorità della polizia municipale»

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