Asl di Latina, arriva la rivoluzione digitale - Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio | Il Nuovo Corriere di Roma e del Lazio
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Asl di Latina, arriva la rivoluzione digitale

giorgio_casatiPer vedere il sistema a regime «ci vorrà ragionevolmente il 2019» ma per i percorsi di cura e la rivoluzione digitale della Asl «siamo già ai blocchi di partenza». Parole di Giorgio Casati, commissario della Asl, intervenuto al secondo dei Dialoghi sulla sanità pontina, il progetto di formazione e confronto tra azienda sanitaria, giornalisti e avvocati.
Un finanziamento da 1,8 milioni di euro è la novità emersa ieri, insieme agli sviluppi del progetto sulla presa in carico dei pazienti e la valutazione sulla base dei risultati. È grazie ai soldi che arriveranno dal Ministero, però, che si metterà a punto un progetto destinato a una nuova piattaforma di comunicazione. Circa 600.000 euro andranno al potenziamento dei sistemi già utilizzati sulle isole per la telemedicina, il resto a mettere a punto un sistema nel quale far confluire i dati di ciascun paziente e quindi il fascicolo elettronico di tutti coloro che entrano in contatto con le strutture sanitarie della provincia. Dal medico di base all’ospedale, dall’ambulatorio all’hospice. «Questo non solo consentirà di avere la situazione di ciascuno sotto controllo in qualsiasi punto d’accesso dell’offerta sanitaria della nostra azienda – ha spiegato Casati – ma implementeremo anche un sistema di comunicazione via chat tra professionisti, in modo che possano confrontarsi anche così».
Di ciascun paziente ci saranno non solo le diagnosi e le terapie, ma anche gli esami strumentali e la diagnostica per immagini. Lo specialista che sta a Latina, per esempio, potrà aprire il fascicolo e consultare l’ecografia fatta a Formia. In attesa del fascicolo elettronico nazionale, è un primo e significativo passo. Ci vorrà tempo «ma siamo partiti».
Stesso discorso per quanto riguarda il nuovo modello di base dell’azienda che punta a valutare le performance non più dal punto di vista quantitativo, ma sulla base di una serie di indicatori che partono dal momento in cui il cittadino che ha un bisogno di salute entra in contatto con la struttura, fino alla sua dimissione e poi alle attività che seguono a domicilio. «Immaginiamo una valutazione multidimensionale dall’accessibilità al rischio clinico, dalla presa in carico alla dimissione. Soprattutto – ha aggiunto – dovremo fare in modo di usare tutti lo stesso linguaggio e tempistica standard, così avremo un sistema di indicatori valido, ma per fare questo non è sufficiente metterlo su carta, dire quello che voglio fare, ma farlo». Altra novità? «Il budget assegnato per percorso, non per struttura». Dal manager anche l’invito a guardare l’azienda da un altro punto di vista «comprendo che si resti al piano terra, alle emergenze quotidiane, ma forse è il caso di prendere l’ascensore e cominciare a salire, o guardiamo il sistema dall’alto o non decolla».

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